Un muro di migranti si abbatterà, in questo fine settimana, sull’Italia. Sono 10 le navi che si stanno dirigendo verso i nostri porti con a bordo oltre 7.300 extracomunitari prelevati nelle ultime 48 ore a ridosso delle coste della Libia. Gli arrivi delle navi, a seconda del porto di destinazione, sono previsti fino alla la giornata di sabato. Al momento, gli scali indicati sono Corigliano Calabro e Vibo Valentia in Calabria, Bari e Brindisi in Puglia, Porto Empedocle e Catania in Sicilia, Salerno in Campania. La nave Vos Prudence della ONG Medici Senza Frontiere attraccherà a Salerno venerdì mattina alle ore 6 con 934 migranti a bordo. In precedenza, il 28 maggio, ne aveva sbarcati 1.500 al porto di Napoli.
Accoglienza – Avviene secondo due direttrici: una risente del picco degli sbarchi ed è gestita direttamente dalla Prefettura che all’occorrenza attraverso bandi chiede le disponibilità delle strutture presenti sul territorio (alberghi, B&B ecc…). Dinamica esterna alle linnee guida e agli standard nazionali. Sono circa 200mila i posti disponibili in questi centri di accoglienza straordinari.
SPRAR – Più strutturato invece il Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati: lo Sprar è una rete di Comuni titolare di progetti di accoglienza finanziati dal Ministero degli Interni. L’amministrazione locale resta titolare degli interventi. Uno dei tanti punti deboli della catena dell’accoglienza è nella mancanza di uno strumento di ripartizione dal livello regionale al comunale. Sono circa 30 mila i posti disponibili nei circa 3mila Comuni aderenti. Il piano è incentivante e su base volontaristica. L’incentivo è la clausola di salvaguardia che esclude i Comuni aderenti dalla dinamica dei centri di accoglienza straordinari.
Poi c’è tutto l’universo dei mancati rimpatri dei migranti economici (in media l’80% di coloro che sbarcano).
Ciò detto, il piano di accoglienza condiviso tra Governo e Anci prevede, nel limite massimo di 150mila migranti all’anno (da gennaio siamo a circa 91mila arrivi, fonte Frontex), una ripartizione nella misura di 2.5 (poi portato a 3) ogni 100mila abitanti. Numeri già superati in provincia di Salerno. Tra i Comuni aderenti allo Sprar, Atena Lucana ha ottenuto il riconoscimento governativo per un allargamento del numero di ‘ospiti’ nel proprio centro di accoglienza 11 a 26.
Intanto a Salerno città sono diverse le associazioni che si occupano dell’accoglienza dei minori non accompagnati.
ANCI – “La gestione dei migranti non è competenza dei sindaci. Noi abbiamo chiesto di collaborare perché le prefetture non riuscivano a gestire efficacemente i flussi, come dimostrano i casi di Cona e Bagnoli, due piccoli Comuni veneti che distano pochi chilometri tra loro e che si sono visti assegnare duemila migranti in due vicinissimi hub. E, proprio come avevamo più volte paventato, oggi quel territorio dà segno di tensioni: a Cona gli stessi migranti respingono altri arrivi”. Antonio Decaro, presidente dell’Anci e sindaco di Bari, ribadisce l’impegno attivo dell’associazione dei Comuni italiani. Che si esplicita obbedendo a un principio: l’accoglienza e poi l’integrazione si realizzano se i migranti si distribuiscono sul territorio, non concentrandoli in caserme e tendopoli.
“La strada giusta è quella di una distribuzione equa sul territorio nazionale – continua Decaro – non è accettabile che i prefetti forzino il rapporto migranti/abitanti soltanto perché è più facile aggiungere posti letto a strutture esistenti che promuovere bandi per realizzare nuovi centri in Comuni che non ospitano nessuno. Non si può rispondere a un’emergenza inseguendo la soluzione più facile. Non vogliamo trovarci nella situazione paradossale in cui ai sindaci, solo perché hanno dato la loro leale disponibilità a collaborare, vengono attribuite responsabilità che non competono loro”.
“Stiamo facendo la nostra parte – conclude il presidente dell’Anci -, i Comuni stanno presentando i progetti Sprar (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) per gestire direttamente l’arrivo di migranti. Abbiamo fissato un criterio equo di ripartizione: 3 migranti ogni mille abitanti, parte fondante dell’accordo tra Anci e Viminale. La proporzione è calcolata per mettere al riparo da episodi conflittuali come quelli in effetti verificatisi in alcuni Comuni nei quali la quota è stata raggiunta e si è tentato di superarla. Naturalmente ogni fenomeno di intolleranza va condannato con fermezza. Ma occorre agire tutti con senso di responsabilità”.