Le Fiamme Gialle della Compagnia della Guardia di Finanza di Gallarate (Varese), al termine di una complessa e articolata operazione di servizio denominata “Sprintfire”, hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Busto Arsizio cinque persone poiché, in concorso tra loro, nell’esercizio di attività commerciali, importavano dall’estero e ponevano in commercio sul territorio nazionale pellet di qualità diversa da quella dichiarata e potenzialmente pericoloso per la salute. Nell’ambito della citata attività sono state denunciate anche tre società coinvolte nella frode. Sequestrati oltre 70.000 chili di pellet. L’operazione appena ultimata è nata dall’attività di controllo economico del territorio, con il rinvenimento presso un punto vendita di una catena della grande distribuzione del “fai da te”, ove era posto in commercio combustibile del tipo “pellet” di provenienza straniera (Bosnia-Herzegovina), non rispondente agli standard di sicurezza richiesti dalla vigente normativa comunitaria a tutela della salute pubblica e dell’inquinamento ambientale. “Alla luce dei preliminari accertamenti – comunicano i Finanzieri – si procedeva a informare la Procura della Repubblica di Busto Arsizio ipotizzando il reato di frode in commercio, la quale disponeva una perizia tecnica sul prodotto. Gli accertamenti effettuati permettevano di individuare, all’interno dei trucioli di pellet, frammenti di plastica del tipo ‘Poliacetale’, prodotto risultato essere censito come pericoloso nella Direttiva Comunitaria 2001/95/CE del 03.12.2001 (sicurezza generale dei prodotti). Pertanto, la Procura disponeva il sequestro delle confezioni di pellet su tutto il territorio nazionale ed il sequestro di tutta la documentazione amministrativo-contabile ed extracontabile utile al tracciamento di tutti i flussi del combustibile in questione. L’analisi della documentazione contabile e bancaria, acquisita nel corso dell’attività operativa, ha consentito di ricostruire l’intera filiera commerciale, dalla fabbrica produttrice, ubicata in Bosnia-Erzegovina, fino alla rete di vendita inserita nella grande distribuzione, passando dall’importatore e dall’intermediario nazionale. É stato quantificato in 400.000 euro l’ammontare delle cessioni del pellet venduto prima dell’intervento della Guardia di Finanza. A carico dei responsabili delle società coinvolte sono stati ipotizzati i reati di frode in commercio, immissione sul mercato di prodotti pericolosi, autoriciclaggio e violazione alla normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti. Nel corso delle attività investigative oltre alle ipotesi di reato sopra evidenziate, sono emerse anche violazioni di carattere penal/tributario. La Guardia di Finanza ha individuato una rilevante evasione all’IVA relativa all’anno 2015, nei confronti di una società cosiddetta ‘filtro’ che non aveva effettuato alcuno dei versamenti periodici I.V.A. obbligatori, per un ammontare complessivo di imposta evasa pari a circa 300mila euro. Il Rappresentante legale è stato deferito all’ Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di reato previsto. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio disponeva l’esecuzione del sequestro preventivo finalizzato alla confisca, di liquidità, anche in deposito o quote azionarie, per una somma equivalente al profitto del reato, quantificato in quasi 400mila euro”.
Varese, la Finanza scopre 70 tonnellate di pellet pericoloso per la salute – VIDEO
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