Così mafia, ‘ndrangheta e camorra si mangiano Roma. DDA dispone, Finanza e Carabinieri confiscano beni per 16.2 mln

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La maxi confisca dei Carabinieri e dei Finanzieri dei rispettivi Comandi Provinciali di Roma acclara l’esistenza di un solido asse ‘ndrangheta-camorra- mafia che parte da Isola capo Rizzuto, passa per Napoli e arriva nel cuore della Capitale. I due Comandi provinciali, congiuntamente, comunicano: “Carabinieri e Finanzieri stanno eseguendo un decreto di confisca emesso a carico di una pluralità di soggetti, già coinvolti in pregresse operazioni di polizia nonché destinatari di misure cautelari. In particolare, risulta coinvolto un gruppo di personaggi tratti in arresto nel febbraio del 2015, unitamente ad altre 49 persone, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere, poiché ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, reimpiego di capitali di illecita provenienza, fittizia intestazione di beni, illecita detenzione di armi e riciclaggio. Il decreto di confisca dei beni, emesso dal Tribunale di Roma – Sezione Misure di Prevenzione, è arrivato a seguito del sequestro anticipato dei beni eseguito, nel febbraio 2015, unitamente alle misure cautelari in carcere. Nel dettaglio, le indagini patrimoniali eseguite nell’ambito del procedimento di prevenzione avevano consentito di rilevare come le dieci persone destinatarie del provvedimento di sequestro disponessero di beni del valore del tutto sproporzionato rispetto al reddito percepito e dichiarato da loro e dalle persone rientranti nel loro nucleo familiare, tanto da far ritenere che tali risorse economiche costituissero provento o reimpiego di attività delittuose. Il provvedimento è stato adottato su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che, nel valutare la perdurante pericolosità sociale dei dieci destinatari, aveva recepito la proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale avanzata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, basata sulla mancata dimostrazione della legittima provenienza dei beni nella disponibilità dei proposti e la manifesta sproporzione tra il patrimonio accumulato dagli stessi e dai propri nuclei familiari negli ultimi venti anni, rispetto al reddito dichiarato al fisco. Il provvedimento di confisca riguarda:
6 esercizi commerciali ubicati a Roma,
12 società,
32 immobili (31 a Roma e provincia e uno a Isola di Capo Rizzuto),
74 rapporti finanziari/bancari
16 veicoli, il tutto per un valore complessivo stimato di circa 10 milioni di euro.
Nell’ambito della stessa operazione e sulla scorta dei medesimi presupposti (pericolosità sociale e acclarata sproporzione tra patrimonio accumulato e redditi dichiarati), i militari del G.I.C.O. del Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma stanno eseguendo la confisca di beni nei confronti di un ulteriore soggetto, C.G., pregiudicato napoletano già appartenente al clan di camorra ‘Mariano’ ma da lungo tempo domiciliato nella Capitale ed in contatto con esponenti di spicco della criminalità romana. In tale contesto, la confisca ha ad oggetto un patrimonio già sottoposto a sequestro nel gennaio 2016, costituito da:
6 fabbricati ubicati a Roma,
1 società a responsabilità limitata (esercente, in Roma, l’attività di “affittacamere, case vacanze, bed and breakfast, residence”),
3 autovetture e due rapporti finanziari/bancari, per un valore complessivo stimato in circa 6.200.000 euro. Con l’operazione odierna, il Tribunale di Roma, la D.D.A. di Roma, L’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza di Roma hanno recuperato un ampio spazio di legalità, restituendolo alla collettività onesta”.

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