Accoltellarono turista svedese con maglia Lazio. Daspo per 13 ultras Roma – VIDEO

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#ROMA. TURISTI SVEDESI AGGREDITI ALLA VIGILIA DEL #DERBY DEL 3 APRILE 2016. TREDICI ULTRAS ROMANISTI SOTTOPOSTI A MISURE CAUTELARI E PERQUISIZIONI DALLA #POLIZIADISTATO. NON POTRANNO ASSISTERE AD ALCUNA PARTITA DELLA ROMA SU ORDINE DEL TRIBUNALE DI ROMA.Sono tredici gli ultrà romanisti sottoposti stamattina a misura cautelare dagli agenti della Polizia di Stato della Digos di Roma, nell’ambito di una indagine coordinata dal Sost. Procuratore della Repubblica dott. Albamonte.Alla base dei provvedimenti, eseguiti su disposizione del Tribunale di Roma, vi è un’aggressione consumata, da un gruppo di circa venti ultras giallorossi, a poche ore dal derby capitolino del 3 aprile 2016, in danno di alcuni turisti svedesi che stavano cenando in un pub di via Palestro.L’azione, che ha colto le vittime alle spalle, impedendo loro ogni difesa, è stata preceduta da ripetuti sopralluoghi nei minuti antecedenti al gesto che il gruppo ha posto in essere, al fine di studiare le modalità dell’attacco.A scatenare la violenza gratuita, sarebbe stata una maglia della Lazio che uno dei turisti svedesi indossava durante la cena. Lo stesso cittadino svedese è stato attinto da un fendente al gluteo con una prognosi di dieci giorni, oltre ad essere stato colpito alla testa con un casco. La violenza degli ultras è sfociata anche nel danneggiamento delle suppellettili del pub, cosi come di alcuni veicoli che si trovavano in sosta nelle vicinanze. Ad essere aggredito a calci e pugni anche un passante che ha documentato, con il proprio cellulare, quanto stava accadendo.I destinatari delle misure sono tutti riconducibili al gruppo “ Roma “, protagonista dello sciopero del tifo contro le barriere istallate all’interno delle curve dello stadio Olimpico. Tra loro anche soggetti pregiudicati e già sottoposti a Daspo.Alcuni dei componenti del gruppo di aggressori è già stato coinvolto nell’indagine relativa al rinvenimento di numerose bottiglie molotov all’interno di un’auto ritrovata a ridosso del bar River durante il derby dell’11 gennaio 2015.Gli stessi soggetti si erano anche distinti nella conduzione del corteo non preavvisato svoltosi a Testaccio proprio in concomitanza con il derby del 3 aprile 2016, per il quale proprio la Digos ha fatto scattare la denuncia per i promotori e le sanzioni amministrative per il blocco stradale. La conclusione delle indagini per risalire all’identità dei componenti del branco, coordinate dal Sostituto Procuratore ALBAMONTE dott. Eugenio, è stata pienamente condivisa dal Tribunale di Roma che ha emesso nei confronti dei tredici responsabili altrettanti provvedimenti cautelari che impediranno ai predetti di assistere agli incontri che la loro squadra disputerà sia nella capitale, sia fuori casa, compresi gli incontri all’estero in occasione degli eventi sportivi internazionali. I predetti, peraltro, non potranno allontanarsi dal Comune di Roma senza autorizzazione del magistrato, pena l’arresto.Le contestuali perquisizioni eseguite nella mattinata hanno peraltro consentito di sequestrare, a carico di alcuni degli indagati, un coltello a serramanico di 19 cm e materiale esplodente di VI categoria. Roma, 27 aprile 2017.

Pubblicato da Questura di Roma su Giovedì 27 aprile 2017

Sono tredici gli ultrà romanisti sottoposti stamattina a misura cautelare dagli agenti della Polizia di Stato della Digos di Roma, nell’ambito di una indagine coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Eugenio Albamonte.
La Questura di roma comunica: “Alla base dei provvedimenti, eseguiti su disposizione del Tribunale di Roma, vi è un’aggressione consumata da un gruppo di circa venti ultras giallorossi a poche ore dal derby capitolino del 3 aprile 2016, in danno di alcuni turisti svedesi che stavano cenando in un pub di via Palestro.
L’azione, che ha colto le vittime alle spalle, impedendo loro ogni difesa,  è stata preceduta da ripetuti sopralluoghi nei minuti antecedenti al gesto che il gruppo ha posto in essere, al fine di studiare le modalità dell’attacco.
A scatenare la violenza gratuita, sarebbe stata una maglia della Lazio che uno dei turisti svedesi indossava durante la cena. Lo stesso cittadino svedese è stato attinto da un fendente al gluteo con una prognosi di dieci giorni, oltre ad essere stato colpito alla testa con un casco. La violenza degli ultras è sfociata anche nel danneggiamento delle suppellettili del pub, cosi come di alcuni veicoli che si trovavano in sosta nelle vicinanze. Ad essere aggredito a calci e pugni anche un passante che ha documentato, con il proprio cellulare, quanto stava accadendo.
I destinatari delle misure sono tutti riconducibili al gruppo ‘Roma’, protagonista dello sciopero del tifo contro le barriere istallate all’interno delle curve dello stadio Olimpico. Tra loro anche soggetti pregiudicati e già sottoposti  a Daspo.
Alcuni dei componenti del gruppo di aggressori è già stato coinvolto nell’indagine relativa al rinvenimento di numerose bottiglie molotov all’interno di un’auto ritrovata a ridosso del bar River durante il derby dell’11 gennaio 2015.
Gli stessi soggetti si erano anche distinti nella conduzione del corteo non preavvisato svoltosi a Testaccio proprio in concomitanza con il derby del 3 aprile 2016, per il quale proprio la Digos ha fatto scattare la denuncia per i promotori e le sanzioni amministrative per il blocco stradale. La conclusione delle indagini per risalire all’identità dei componenti del  branco, coordinate dal Sostituto Procuratore  Albamonte, è stata pienamente condivisa dal Tribunale di Roma che ha emesso nei confronti dei tredici responsabili altrettanti provvedimenti cautelari che impediranno ai predetti di assistere agli incontri che la loro squadra disputerà sia nella Capitale che fuori casa, compresi gli incontri all’estero in occasione degli eventi sportivi internazionali. I predetti, peraltro, non potranno allontanarsi dal Comune di Roma senza autorizzazione del magistrato, pena l’arresto. Le contestuali perquisizioni eseguite nella mattinata hanno peraltro consentito di sequestrare, a carico di alcuni degli indagati, un coltello a serramanico di 19 cm e materiale esplodente di VI categoria”.

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