Luigi Ciancio è persona nota a Salerno e a Napoli. Da sempre impegnato nella difesa dei deboli, oggi smuove le coscienze sul tema della guerra in Siria. Lo fa dettando l’esempio: un aiuto diretto ad una famiglia di Aleppo, sperando che altri possano seguirlo sulla strada della solidarietà. Ecco la sua testimonianza:
“Sono riuscito a contattare una famiglia di Aleppo rimasta nei pressi. Dopo essermi accertato che gli aiuti sarebbero giunti direttamente agli interessati, ho provveduto all’invio di una prima somma. Così, da oggi,sono impegnato ad aiutare questa famiglia. Certamente da solo non ce la faccio, si tratta di una famiglia numerosa e poi ci sono altre famiglie che si possono aiutare direttamente. Chi vuole lo può fare attraverso me oppure inviare il sostegno all’indirizzo che posso dare a chiunque voglia partecipare e con qualunque somma. Sosteniamoli a ricostruire il loro Paese, aiutiamoli a resistere e a ripartire… Aleppo mi ricorda Napoli alla fine della guerra. Una guerra distruttiva per tutta l’Italia ma principalmente per le città di Genova, Palermo, Salerno e Napoli. Quest’ultima subì oltre 200 raid degli alleati e ne subì altri anche dai tedeschi, quando i napoletani li costrinsero ad abbandonare la città. Le mie zie, e non solo, mi hanno raccontato tanti episodi di bombardamenti, di rifugi, di corse per trovare un riparo. Un ricordo indelebile è il racconto di quello che avvenne sotto al palazzo dove abitavamo: erano morti una madre con due figli che non erano riusciti a raggiungere il rifugio. La sera avevo sempre paura di ritirarmi, specialmente se stavo da solo: immaginavo di vederli spuntare all’improvviso pieni di sangue e coperti di polvere. Ero un ragazzino! Poi ci fu la ricostruzione e il palazzo venne rimesso su come quello dove abitavano i miei nonni. Un palazzo ben fatto, con un giardino bello grande, posto al secondo piano e di pianta semicircolare che chiudeva la piazza principale di Piscinola. Poi con la scusa della ricostruzione del dopo terremoto, i due palazzi furono abbattuti per ‘costruire’ due obbrobri. Ma questo c’entra poco con la solidarietà che vi chiedo. Dunque, digressione a parte, pensate a quello che abbiamo passato come popolo e a quello che sta passando questo popolo, specialmente i bambini. Io quando vedo le immagini dei bombardamenti di Aleppo penso sempre alla madre e ai due bambini che correvano per strada per raggiungere il rifugio a pochi metri dove vennero colpiti dall’ordigno. Come penso al rifugio nel cuore di Napoli, anch’esso centrato da un ordigno. 30.000 morti solo a Napoli, senza contare l’epidemie. Allora diamo una mano a queste nostre sorelline e fratellini a cui abbiamo ‘regalato’ una brutta e disumana guerra con la scusa di insegnargli la democrazia. Per adesso siamo stati capaci solo di portargli milioni di bombe, armi di ogni genere, fame, epidemie e distruzione.
Povera gente, poveri bambini! Poveri noi così superbi è distanti”.