Asl di via Vernieri. Terzo piano. Sono le 9 del mattino e la tradizionale fila di bambini che attendono la vaccinazione è diversa dal solito. Si nota subito che l’età media è più alta di quella consueta, quasi nessun bimbo di uno o due anni al massimo. La maggioranza ha età scolastica, qualcuno indossa anche il grembiule. Chiediamo in giro e le mamme ci dicono che sono tutti ragazzini della scuola elementare di Calcedonia. Arriva una dottoressa e con toni spicci ma non rudi dice a una delle presenti “signora, la profilassi è stata organizzata a scuola qui non possiamo fare nulla ma comunque stia tranquilla non c’è pericolo”. Una rassicurazione che convince poco. La calca aumenta e una dirigente dice che le prenotazioni del vaccino anti meningite a pagamento (due fiale da 70 euro l’una, alla faccia dell’assistenza) sono sospese. “Venite a fine mese”. La preoccupazione però è tanta e qualcuno chiama in farmacia per ordinare il siero e provvedere da sé. E i pediatri? Molti consigliano già da tempo questo ulteriore vaccino, che comunque è previsto in via gratuita all’Asl dai due anni di età, ai bimbi di 15-18 mesi. Altri, ascoltando qualche mamma, dicono che “non bisogna farsi prendere dalla paura ma nemmeno chiudere gli occhi perché i casi ci sono”. Viene da chiedersi, però, da cosa sia provocata questa recrudescenza di casi di meningite. Il punto è questo.
Scuola Calcedonia. File di alunni all’Asl per la vaccinazione contro la meningite
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