Terremoti, frane, alluvioni; ma anche incendi, eventi meteorologici eccezionali e terrorismo: in che modo si svilupperebbe il lavoro della complessa macchina legata all’emergenza se si verificasse a Salerno uno di questi eventi? La stella polare sarebbe (sarà) il nuovo piano di protezione civile che il Consiglio comunale a marzo adotterà, previo parere positivo della commissione ambiente: otto anni e tre mesi dopo l’approvazione dell’ultimo, licenziato dall’assise comunale il 21 novembre 2008 dall’allora presidente Corrado Liguori, sindaco Vincenzo De Luca.
Oggi il lavoro di redazione della complessa cartografia aggiorna, completa e trasforma il vecchio piano, adeguandolo alle direttive regionali. E’ la tessera di un mosaico: ogni Comune campano ha l’obbligo di elaborare e approvare il proprio documento secondo parametri univoci; l’obiettivo è srotolare sul tavolo del Presidente della Regione un unico grande e coerente piano. Sarà. Di certo c’è la convinzione, a Palazzo di città, di essere all’avanguardia. Il sindaco Vincenzo Napoli ed il presidente della IX commissione Ambiente e Cultura Ermanno Guerra hanno ricevuto, già da circa un mese, dal dirigente della Protezione Civile Luca Caselli il complesso piano redatto in tre faldoni. Centinaia di mappe della città con le evidenze di tutti gli elementi utili ad una immediata analisi finalizzata all’assunzione di decisioni rapide e concrete.
Il piano detta tempi, funzioni e modalità di intervento: “Il Sindaco, posto a conoscenza di un evento calamitoso previsto od in atto, attiva e presiede il C.O.C, attribuendo a ciascuna funzione i relativi compiti e definendo le procedure operative per l’attuazione del modello di intervento in funzione degli eventi possibili o in corso. Il C.O.C. rimane operativo fino alla risoluzione delle problematiche generate dell’evento stesso”. Comunica con Prefettura e Regione, convoca i responsabili delle funzioni di supporto, attiva le procedure operative e, valutata l’intensità del fenomeno, decide per una comunicazione alla cittadinanza di tipo preventivo od emergenziale attraverso mezzi tradizionali (auto con megafono), ortodossi (comunicati stampa) e di ultima generazione (via web/internet).
GESTIONE EVENTO CALAMITOSO – L’esempio standard è la gestione di un evento non prevedibile: il sisma. Il sindaco assume il coordinamento delle operazioni e dirige gli interventi di soccorso; organizza il raggiungimento delle aree di attesa da parte della popolazione attraverso l’intervento delle strutture operative locali (volontari e polizia municipale); tiene informata costantemente la popolazione; predispone l’assistenza della popolazione confluita nelle aree di attesa (attraverso l’invio immediato di un primo gruppo di volontari, polizia municipale, personale medico) per focalizzare la situazione ed impostare i primi interventi; organizza il pronto intervento delle squadre di ricerca e soccorso dei dispersi (vigili del fuoco, personale medico e volontari) supportate dalla presenza di forze dell’ordine; predispone l’ispezione e la verifica di agibilità delle strade per consentire, nell’immediato, l’organizzazione complessiva dei soccorsi attraverso una valutazione delle condizioni di fruizione dei percorsi (verifica ingombri, ostacoli, pericoli incombenti / in atto, …), da effettuarsi a cura dell’ufficio tecnico comunale; organizza l’assistenza ai feriti gravi o comunque con necessità di interventi di urgenza medico – infermieristica che si può realizzare attraverso il preliminare passaggio per il P.M.A. (posto medico avanzato), ove saranno operanti medici ed infermieri professionali; predispone l’assistenza a persone anziane, bambini e soggetti portatori di handicap; la riattivazione delle telecomunicazioni o l’installazione di una rete alternativa che dovrà essere immediatamente garantita per gli uffici pubblici, per i centri operativi e le strutture sanitarie dislocate nell’area colpita attraverso l’impiego necessario di ogni mezzo o sistema TLC; organizza la salvaguardia dei beni culturali attraverso la predisposizione di misure di messa in sicurezza per i beni immobili da attivare urgentemente nel post-evento.
ORGANIZZAZIONE LOGISTICA DELLA POPOLAZIONE – La mappa riepilogativa evidenzia le vie di fuga verso le aree di attesa e quelle verso le aree di accoglienza; le prime di colore verde, le seconde rosse; le aree di attesa e quelle di accoglienza (con i rispettivi colori) e quelle di ammassamento materiali (giallo). Evidenzia inoltre i punti di atterraggio elicotteri, le bocche antincendio pubbliche, le gallerie, i viadotti, le stazioni ferroviarie, i punti di pronto soccorso.
Aree di attesa – Di colore verde, indicano i luoghi nei quali i cittadini dovranno recarsi per il concentramento finalizzato all’assistenza. Partendo dalla estrema zona occidentale, le principali sono: il parcheggio di via Ligea, la Villa Comunale, il parco del Seminario, il Parco Pinocchio, la Villa Comunale di Fratte, l’area di via Vinciprova, il Parco del Mercatello, la zona degli Uffici Finanziari. Tra le aree di attesa è stato inserito anche palazzo Guerra, il Municipio centrale.
Aree di ammassamento – Di colore giallo, indicano le zone in cui saranno portati i beni di prima necessità. Le principali sono: area antistante il parcheggio di via Ligea, adibita anche a piazzola di atterraggio elicotteri; zona parcheggi Grand Hotel Salerno adibita anche a piazzola di atterraggio elicotteri; parcheggio antistante il settore tribuna dello stadio Arechi adibita anche a piazzola di atterraggio elicotteri e parcheggio retrostante il settore distinti, lato curva sud.
Aree di accoglienza – Di colore rosso, indicano le zone in cui la popolazione sarà destinata durante le fasi di emergenza. Le principali sono: scuole elementari Barra; Istituto Magistrale (Piazza XXIV Maggio); scuole elementari Vicinanza; campo Donato Vestuti; scuole elementari Medaglie d’Oro; scuole medie Tasso; scuole elementari Buonocore di via Salvatore Calenda; scuole di Cappelle e Ogliara; scuola elementare Matteo Mari; Istituti Parco del Mercatello; stadio Arechi.
Presidi Medici Avanzati – Ospedale Vernieri; Ospedale Da Procida; Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona.