Cosenza e Reggio. La GdF denuncia due imprenditori evasori per 6 mln. Sequestrati i beni

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È finito nei guai un 54enne, originario della provincia di Cosenza, rappresentante legale di una società cooperativa dell’alto canavese attiva nel trasporto merci, che è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Ivrea per numerosi reati tributari. L’imprenditore calabrese era già stato coinvolto in passato in frodi fiscali e questa volta ha tentato di fare il colpo grosso. La cooperativa da lui gestita, operava soprattutto per conto di un noto marchio internazionale di “consegne espresse”, poteva contare su un centinaio di autocarri, impiegati giornalmente in tutto il Nord Italia, e su 341 soci lavoratori, aveva diverse sedi operative in Piemonte e nel Veneto; in tre anni ha incassato 20 milioni di euro di ricavi senza pagare un centesimo di tasse. Al termine delle indagini della Guardia di Finanza di Ivrea all’imprenditore calabrese sono stati contestati di circa 300 mila euro di imposta sul reddito delle società, 900 mila euro di ritenute sugli stipendi dei propri dipendenti non versate, un’evasione di 4 milioni di euro di I.V.A., a cui ora si aggiungono sanzioni e interessi. L’uomo le ha provate proprio tutte: per non destare sospetti presentava regolarmente le dichiarazioni, in cui indicava soltanto 1 euro di ricavi, ha nascosto la contabilità in uno sgabuzzino, ma è stato tutto inutile, i Finanzieri del Gruppo di Ivrea sono riusciti a ricostruire al centesimo l’imponente volume d’affari della società. Adesso l’imprenditore calabrese rischia quattro anni di carcere ed il sequestro di tutto il suo patrimonio. La tutela delle risorse dello Stato e degli Enti Locali nonché il contrasto alle frodi alla pubblica amministrazione, sono compiti prioritari per la Guardia di Finanza che ricorda come l’evasione fiscale danneggia tutti i cittadini e fa aumentare i costi dei servizi pubblici.

REGGIO CALABRIA – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a due distinti provvedimenti di sequestro per equivalente per complessivi 840.000 €, disposti dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta del Procuratore della Repubblica Federico Cafiero de Raho, finalizzati a cautelare le disponibilità liquide e gli immobili di proprietà di un noto imprenditore reggino e della relativa società, operante nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti di consumo non alimentari. I provvedimenti di sequestro giudiziario sono stati emessi all’esito di un’articolata attività investigativa svolta dal Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, in relazione alla quale è stato accertato che il rappresentante legale della società, aveva omesso il versamento dell’Iva per il 2012 per un importo pari a 670.000 €. (in violazione dell’art. 10 ter del D.Lgs. n. 74/2000 il quale prevede la reclusione da sei mesi a due anni per chiunque omette – nei termini previsti dalla legge – di corrispondere le imposte per importi superiori a 250.000); sottratto all’erario, nell’anno d’imposta 2014, circa 14.milioni di € di ricavi, non pagando l’imposta sul reddito per 170.000 €. L’impresa in questione, in particolare, pur presentando la prescritta dichiarazione dei redditi e dell’IVA, aveva omesso di indicare i ricavi conseguiti, i quali sono stati ricostruiti dai Finanzieri attraverso l’analisi della documentazione contabile ed extracontabile acquisita all’atto dell’accesso presso la sede. Per tale circostanza, il responsabile della società era stato deferito all’Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di “Dichiarazione infedele”, prevista dall’art. 4 del D.Lgs n. 74/2000. La richiamata norma, nel dettaglio, prevede la pena della reclusione da uno a tre anni per chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indichi in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo, quando, congiuntamente l’imposta evasa è superiore, con riferimento alle singole imposte considerate (IVA e IRES), a 150.000 €; l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all’imposizione è superiore al dieci per cento della sommatoria degli elementi attivi indicati in dichiarazione, o, comunque, è superiore a 3.000.000 di €.

L’applicazione delle misure ablatorie eseguite è stata possibile per effetto di quanto stabilito dalla Legge nr. 244/2007 (Finanziaria per il 2008), modificata dal D.Lgs nr. 158/2015, quale strumento di cautela delle ragioni dell’Erario, estendendo l’applicazione del sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, anche ai reati fiscali e consentendo di fatto allo Stato di sequestrare (e confiscare) i beni dei quali il reo abbia la disponibilità per un valore corrispondente alle tasse non pagate. L’attività condotta testimonia il costante impegno della Guardia di Finanza nella lotta ai fenomeni di evasione fiscale e la sinergia con l’Autorità Giudiziaria nell’intervenire in modo sempre più efficace ed incisivo nella repressione di tali forme di illiceità, privando gli evasori dei beni per valori corrispondenti alle imposte non versate all’Erario, così ristabilendo la normale concorrenza tra le imprese al fine precipuo di tutelare i contribuenti onesti e rispettosi delle regole.

 

 

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