IL RIPASCIMENTO NATURALE CHE STA INSABBIANDO IL MOLO DI TERRA DEL MARINA D’ARECHI. A MAGGIO I LAVORI PER IL PONTE DI CALATRAVA

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Spiaggia: non c’è dove servirebbe, si è formata (ed in grande quantità) laddove non dovrebbe esserci. Il paradosso della rivoluzione che sta cambiando lentamente il volto del waterfront cittadino è nell’istantanea del ‘Marina d’Arechi’. Il porto, che nei rendering è rappresentato unito alla terraferma dal modernissimo ponte di Calatrava , oggi appare sostanzialmente insabbiato proprio nella parte che dovrebbe dividerlo dalla linea di costa, degradata ed in attesa di una rivoluzionaria riqualificazione. Alla sinistra della strada carrabile esiste (già da almeno tre anni) una spaziosa spiaggia per la quale, nel 2015, la gestione del porto ottenne pure la concessione pluriennale per l’utilizzo in via esclusiva in forza della quale dal 4 agosto di quello stesso anno iniziò ad offrire ai diportisti campi da beach volley, beach soccer ed il servizio di sdraio ed ombrelloni. Verso destra è ferma una distesa d’acqua poco ossigenata laddove dovranno sorgere le strutture disegnate da Calatrava. Il ritardo nei lavori ha determinato che, nei fatti, dove c’era mare oggi esiste un lago di acqua bassa e salata. La pozza è delimitata da una ampia darsena formatasi naturalmente che ha completamente insabbiato il canale di collegamento, originariamente ricavato nell’apertura garantita da un ‘pennello’ appositamente costruito. L’odore di alcune alghe in putrefazione si mescola a quello proveniente dai rifiuti abbandonati nell’area retrostante, quella su cui un tempo si svolse il Concorso Ippico di Salerno e che, sempre dai rendering, dovrebbe veder sorgere una passeggiata panoramica tra palme e siepi: un segmento di nuovo lungomare in litoranea.

Fatte salve le attività diportistiche (circa 1.000 ormeggi), di rimessaggio e commerciali interne al porto (di alta qualità e che funzionano molto bene), le massime certificazioni ambientali conseguite ed un marketing mirato ed efficace che garantisce contratti di approdi per un numero sempre maggiore di navi-yacht, si evince – dalla comparazione tra le immagini di oggi ed i rendering progettuali – che non sono stati ancora centrati tre obiettivi dell’ambiziosa iniziativa: la riqualificazione delle zone immediatamente adiacenti l’infrastruttura d’eccellenza; la costruzione dell’esclusiva palazzina con ponte di collegamento tra terraferma e porto (in luogo della strada provvisoria attuale) ed il cui progetto fu affidato all’archistar Santiago Calatrava; l’ossigenazione attraverso correnti del libero specchio d’acqua tra struttura e terraferma: la caratteristica che avrebbe dovuto griffarla quale porto-isola.

Ma perché la struttura, a monte si è insabbiata? Dall’entourage di Agostino Gallozzi trapela che, probabilmente, gli adiacenti lavori di allocazione delle barriere soffolte abbiamo influito sulle correnti modificandone la portata della posa della sabbia. Lo stesso entourage, però, assicura che i due anni necessari per realizzare i lavori risolutivi, quelli di costruzione del ponte e del building e la grande foglia adagiata sul mare del Salerno Port Village inizialmente previsti per gennaio 2013, inizieranno a maggio 2017.  Quindi il ponte di Calatrava si realizzerà e sostituirà l’attuale strada di cantiere che fa da barriera, si dragheranno le spiagge di destra e di sinistra, ci sarà libero passaggio d’acqua e il porto tornerà ad essere l’isola ideale per i diportisti. Chi dragherà e con quali costi? Dove sarà portata la sabbia? Di certo quelle diverse centinaia di migliaia di metri cubi di sabbia naturale accumulata potrebbero far gola al Comune, intanto impegnato nell’opera di ripascimento morbido in città. Sempre più spesso, di questi tempi, Agostino Gallozzi sale le scale di Palazzo Guerra…

 

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