Continua la strage di alberi a Salerno. L’ultimo a cadere, in ordine di tempo, si trova (ancora) appoggiato sulla ringhiera in acciaio di Piazza della Libertà. Siamo nel tratto che congiunge la sopraelevazione al lungomare, lato spiaggia di Santa Teresa. Nella stessa aiuola, il 12 luglio, un’altra grossa pianta aveva trovato la morte (leggi l’articolo guarda le foto).
Poco importa, a questo punto, sapere se sia stata la mano vandalica dell’uomo o la forza bruta del vento ad abbatterli. Quel che davvero rileva è la mancanza, tangibile, di un piano comunale per la conservazione del verde. Gli alberi vanno considerati patrimonio della comunità e come tali vanno preservati, tutelati e, all’occorrenza, sostituiti. Invece sono tantissime, troppe, le aiuole vuote. A partire dal Corso Vittorio Emanuele. Eppure le indicazioni nazionali ed europee sono per la valorizzazione del verde urbano. In una rinnovata seppur enormemente tardiva rivalutazione filosofica del ‘verde’, ovunque oramai gli alberi sono percepiti quali infrastrutture essenziali delle città. Tranne che a Salerno. Benvenuti, allora, nella (ex) città-giardino.