“In Ucraina vive il resto della mia famiglia. Mio padre è invalido. Sono riuscita a sentire, solo una volta, la mia nipotina. Vorrei portare tutti in Italia ma non so come fare. Non so nemmeno dove, di preciso, ora si siano rifugiati”.
La storia raccontata da Natalia, ucraina che vive a Mercato San Severino in provincia di Salerno, è lo spaccato di una guerra che produce macerie in case, palazzi e affetti familiari.
Natalia fa il massimo (leggi qui). Ha già pagato il biglietto aereo Praga-Napoli a due profughi (una donna con il suo bambino di 9 anni). Li ha affidati allo sportello Onmic per tutto il supporto burocratico (leggi qui). Ha deciso di ospitarli a casa sua.
In pochi minuti racconta tutto il suo dramma. Che però si interrompe quando la razionalità viene soppressa dall’emozione. Arrivano le lacrime. Torna l’angoscia.