127 migranti iracheni, iraniani, plestinesi: rotta turca per il business dei trafficanti

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21 e il 22 agosto: due imbarcazioni a vela, dirette verso le coste nazionali, sono state intercettate nel crotonese. L’attività del reparto Operativo Aeronavale di Vibo Valentia della Guardia di Finanza si è conclusa con il fermo di quattro trafficanti e il sequestro delle due imbarcazioni.

Così la Guardia di Finanza: “Il livello degli arrivi di migranti via mare sulle coste ioniche delle Calabria continua ad essere intenso. Esso pone una serie di problematiche sia in materia di sicurezza che sanitario. Costante è l’attività repressiva della componente aeronavale del Corpo della Guardia di Finanza. Essa opera in piena sinergia con le Capitanerie di Porto in mare, la Polizia di Stato e i Carabinieri a terra. Senza contare i vari enti che, coordinati dalle Prefetture competenti territorialmente, consentono una gestione dei migranti senza esporre a rischi la cittadinanza.

Nel corso di tale costante attività di vigilanza preventiva del mare nazionale, il ROAN ha individuato due imbarcazioni sospette. Esse cercavano di raggiungere le coste calabresi. Allertato così il dispositivo di contrasto della Guardia di Finanza.

Individuata la prima barca a vela sospetta, da Crotone hanno preso il mare due unità navali, per intercettare l’imbarcazione e individuare i facilitatori eventualmente a bordo, impedendo loro di avvicinarsi troppo al litorale, sbarcare e dileguarsi a terra.

La barca a vela era un classico yacht monoalbero di dimensioni medie. Tipologia utilizzata lungo le rotte che, dalla Turchia, si dipanano fino alle coste continentali nazionali. La barca è stata abbordata non appena ha fatto ingresso nelle acque nazionali, a poche miglia da Capo Colonne. I finanzieri hanno preso il controllo della barca a vela e l’hanno scortata in sicurezza sino al porto di Crotone.

A bordo sono stati individuati i due sospetti facilitatori, di nazionalità turca, che avevano cercato di confondersi fra i migranti. Sono stati trovati 60 migranti: 43 uomini, 10 donne e 7 minori, la maggior parte dei essi era costituita da iracheni, iraniani e palestinesi partiti quattro o cinque giorni fa da Marmaris (Turchia). Giunti in porto i migranti sono stati consegnati alle autorità preposte all’accoglienza.

Ore dopo, poco più a nord è stato intercettato un secondo natante analogo al precedente. Inizialmente diretto a nord, verso l’imboccatura del golfo di Taranto, stava facendo rotta verso Cirò Marina. I finanzieri però ne stavano seguendo i movimenti e sono intervenuti interrompendo la manovra di avvicinamento. Anche in questo caso sono stati individuati due sospetti trafficanti di nazionalità ucraina e moldava alla condotta del natante.

A bordo 67 migranti (1 donna) di nazionalità irachena e iraniana. Al secondo intervento ha proficuamente preso parte anche un pattugliatore della Guardia di frontiera della Romania rischierato nel porto di Crotone. Tutto nell’ambito di una missione dell’Unione Europea a integrazione del dispositivo di vigilanza marittima nazionale.

In ambedue i casi i sospetti trafficanti sono stati colti mentre stavano sabotando. Il motore nel primo caso e il timone nel secondo. Tanto al fine di simulare una situazione di emergenza e chiedere il soccorso in mare. Ciò allo scopo di nascondere la propria responsabilità nella conduzione delle barche e rendere più agevole l’arrivo in porto. L’intervento di sorpresa dei militari della Guardia di Finanza ha impedito la perpetrazione di tale disegno. I sospetti trafficanti sono stati quindi fermati e messi a disposizione all’Autorità Giudiziaria.

Una efficace azione di prevenzione e repressione dei traffici criminali collegati al fenomeno migratorio è possibile attraverso la costante attività di sorveglianza aeromarittima. Essa permette, come in questi casi, di individuare e intercettare i criminali. È essenziale intervenire prima che arrivino a terra per far perdere le proprie tracce. Si riorganizzerebbero per condurre ulteriori remunerative traversate”.

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