“Per l’intero periodo di durata dell’emergenza sanitaria nazionale derivante dalla diffusione del virus Covid-19, i porti italiani non assicurano i necessari requisiti per la classificazione e definizione di place of safery (luogo sicuro) in virtù di quanto previsto dalla Convenzione di Amburgo, sulla ricerca ed il salvataggio marittimo, per i casi di soccorso effettuati da parte di unità navali battenti bandiera straniera al di fuori dell’area Sar italiana”. Paola De Micheli, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, rispettivamente ministri a Infrastrutture, Esteri e Interni, firmano il decreto (vedi sotto) con il quale il Governo chiude i porti alle Ong (senza sommosse popolari, come se si trattasse di un atto ordinario). L’avvocato Alfonso Mignone, esperto in diritto della Navigazione, commenta: “Con decreto interministeriale del 7 aprile 2020 il Governo – in conformità alla lettera g) dell’articolo 19 della Convenzione di Montego Bay (che considera ‘passaggio offensivo’ anche quello delle navi effettuato in deroga a regolamenti sanitari interni) e alla decretazione d’urgenza emanata per contenere gli effetti epidemiologici del Coronavirus, non mette più a disposizione i propri porti per la fase terminale delle operazioni SAR”.
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