Ciò che sta accadendo negli Stati Uniti sui mercati finanziari era stato previsto nei minimi particolari a pagina 46 del 23esimo best seller aziendale di Stefano Masullo rettore Isfoa – libera e privata università di diritto internazionale – intitolato ‘L’alternativa al materasso’: un ebook di 200 pagine pubblicato nel 2017.
Il capitolo a pagina 46 dal significativo e premonitore titolo ‘I nuovi rischi globali dei mercati finanziari Etf – hedge fund–fondi comuni–titoli tossici’ descrive in maniera profetica al pari di una fotocopia… di tre anni prima, le dinamiche di recente oggetto di articoli di stampa. Il confronto è impressionante. Uno stralcio di un articolo pubblicato il 24 marzo 2020, riporta: “Fondi tra due fuochi: i riscatti da record e l’illiquidità dei mercati in secca. Settimana scorsa sono fuggiti dagli obbligazionari globali 108 miliardi dollari. L’intervento d’urgenza con qui Goldman Sachs ha iniettato un miliardo di dollari per salvare i suoi fondi monetari è solo la punta di un iceberg. Idem l’azione di settimana scorsa della Federal Reserve, con cui la banca centrale Usa ha creato una linea di liquidità destinata proprio ai fondi di money market statunitensi. Oppure la mossa di ieri, con cui ha annunciato (tra l’altro) l’acquisto di ETF. Sotto queste “punte”, c’è infatti un iceberg enorme: la crisi del risparmio gestito negli Stati Uniti e nel mondo. Il settore è stretto tra due fuochi: da un lato la fuga in massa dei clienti (con deflussi di capitale che settimana scorsa hanno raggiunto il record storico), dall’altro l’illiquidità dei mercati obbligazionari (che rende molto difficile monetizzare gli investimenti per far fronte ai riscatti). Insomma: i clienti chiedono i soldi indietro, ma in un mercato ingessato i fondi faticano a reperirli vendendo titoli. Soprattutto se si tratta di obbligazioni”.
Ecco cosa tre anni prima scriveva, Stefano Masullo, nel suo best seller ‘L’alternativa al materasso’; “I Nuovi Rischi Globali dei Mercati Finanziari ETF – Hedfe Fund – Fondi Comuni – Titoli Tossici. Etf e maxi-fondi mondiali: dietro il «boom» si celano i nuovi rischi per i mercati. Dopo le banche, si teme che i grandi del risparmio siano i nuovi «too big to fail».
Nel 2015 affluirono nell’Etf Wisdom Tree Europe Hedged Equity Fund grandi capitali in cerca di profitti. Questo Etf replicava infatti l’andamento delle Borse europee coprendo gli investitori americani dal rischio di cambio. E dato che nel 2015 la grande scommessa era proprio l’Europa, attraverso l’«albero della saggezza» entrarono nelle Borse del Vecchio continente grandi quantità di denaro da oltreoceano. Ma l’anno successivo, con l’avvicinarsi del referendum su Brexit, gli americani fecero marcia indietro e il Wisdom Tree subì pesanti riscatti che lo costrinsero a vendere grandi quantità di azioni europee sottostanti.
Secondo alcuni fu anche questo Etf, insieme a tanti altri strumenti simili, ad amplificare il tracollo pre e post Brexit delle Borse europee. Senza distinzione tra azioni buone e meno buone. Penalizzando anche le aziende che con Brexit nulla avevano a che fare. L’esempio di Wisdom Tree è emblematico per capire come mai i mercati finanziari siano così imprevedibili e in apparenza senza logica: perché ormai sono dominati da Etf o da varie modalità di investimento passivo, che replicano indici o l’andamento di panieri di titoli azionari e obbligazionari. Questo, sommato al sempre crescente trading algoritmico e allo strapotere dei grandi fondi d’investimento, sta geneticamente modificando i mercati: li rende più isterici, meno prevedibili, più colpiti da flash crash, più soggetti a mode e più influenzati dalle correlazioni intra-settoriali che dai fondamentali economici di ogni singola azienda. E – secondo alcuni – più vulnerabili ed esposti a crisi sistemiche. Molti operatori del mercato iniziano infatti a porsi una domanda: possono alcuni Etf e soprattutto le grandi case di gestione del risparmio essere i nuovi soggetti «too big to fail»? I veri rischi oggi non vengono più dalle banche ma dai grandi gestori del risparmio.
Se sul mercato ci fosse uno shock improvviso e questi soggetti fossero colpiti dai riscatti, è possibile che il mercato non sia in grado di assorbire le vendite di titoli che sarebbero costretti a effettuare.
Almeno tre sono i motivi di apprensione. Il primo riguarda le dimensioni (mastodontiche) raggiunte dagli Etf e da alcuni grandi gestori del risparmio mondiale.
Il secondo riguarda solo una fetta degli Etf, quelli sintetici: perché hanno spesso strutture complesse costruite con derivati.
Il terzo riguarda i grandi gestori e in misura marginale gli Etf: il fatto che garantiscano ai clienti liquidità quotidiana, ma poi investano talvolta in titoli affetti da illiquidità”.
Virus – Riscatti da record e illiquidità, prof. Masullo aveva previsto tre anni fa
0
Condividi.