Choc in Campania: donna arsa viva, un’altra in fin di vita

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Una donna arsa viva ed un’altra in fin di vita all’ospedale. Sabato di sangue in Campania con interventi risolutivi dei Carabinieri in ordine alle attribuzioni delle responsabilità.

Sala Consilina – Nella notte, i Carabinieri della Compagnia di Sala Consilina (Salerno), hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 48enne del posto, per omicidio pluri-aggravato – per futili motivi, crudeltà e premeditazione – della propria compagna convivente 32enne e per incendio doloso. I militari, mediante testimonianze dirette e la ricostruzione di diverse immagini dei sistemi di videosorveglianza di esercizi commerciali del Vallo di Diano, hanno ricostruito gravi indizi di reità in ordine alla dinamica dell’efferatissimo delitto della donna, così ricostruita dal Comando provinciale: “L’uomo nel pomeriggio di ieri si recava presso un locale distributore di carburanti, riempiendo due taniche di benzina e, successivamente, tornava presso il suo appartamento di Sala Consilina aprendo la porta dell’abitazione dove era presente la donna nei pressi del camino, riversando il liquido infiammabile sul pavimento dandogli immediatamente fuoco, scatenando l’incendio di tutta l’abitazione. La donna riportava gravissime ustioni in tutto il corpo che portavano al suo decesso in Ospedale nella mattinata di oggi, domenica, rimanendo vittima di femminicidio. I Carabinieri di Sala Consilina, all’esito di immediato sopralluogo e sequestro dell’abitazione e dal grave quadro indiziario emerso con serrate ed articolate investigazioni, hanno proceduto all’immediato fermo dell’uomo che, ricoverato in ospedale, ha riportato ustioni agli arti inferiori e superiori ed ivi permane piantonato dai militari”.

Napoli – A centosessanta chilometri di distanza, i Carabinieri della stazione di San Pietro a Patierno (Napoli) hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio e sequestro di persona emessa dal G.I.P. di Napoli nei confronti di un 52enne già noto alle Forze dell’Ordine. Così il Comando provinciale partenopeo: “Personale medico del pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Bosco” ha contattato la centrale operativa dei Carabinieri segnalando che era stata appena accolta una donna con segni di maltrattamenti.
Ai militari arrivati in ospedale la vittima ha denunciato di essere stata ridotta in quel modo dall’ex compagno: con il 52enne aveva intrattenuto una relazione per circa nove mesi; durante quel periodo l’uomo aveva fatto più di una volta ricorso alla violenza, sempre accusando la donna di averla tradita e spesso avrebbe assunto cocaina. Poco tempo fa lei aveva deciso di interrompere il legame andando a vivere a casa della figlia e quella mattina, all’alba, mentre usciva da lì per andare a lavoro, si sarebbe imbattuta nell’uomo. Secondo la ricostruzione della ferita, lui l’avrebbe afferrata urlando “sei mia, non puoi scappare! se scappi ti ammazzo con il cacciavite!” tirandola nella sua auto. Poi l’avrebbe portata a casa sua e, dopo un approccio sessuale fallito, l’avrebbe chiusa dentro tenendola imprigionata per 12 ore. Durante quelle ore la donna ha denunciato di essere stata continuamente percossa con pugni e calci, alzata da terra venendo presa per i capelli; lui le avrebbe sbattuto la testa contro la testata del letto e tentato più volte di soffocarla con una coperta. Alla sera l’avrebbe sbattuta fuori casa: la donna è scesa dalle scale e finalmente si è imbattuta in un passante che l’ha portata lì in ospedale. Il Gip, dunque, di fronte a questa denuncia e ad un quadro clinico indicante un pericolo di morte, ha emesso la misura cautelare per tentato omicidio e sequestro di persona. L’uomo ora è in carcere”.

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