Stesso luogo un anno e mezzo dopo: De Luca ripete le analisi storiche e ridisegna le prospettive di sviluppo usando, per alcuni tratti, addirittura le stesse parole. Il 6 maggio 2017 il Governatore, inaugurando il 2° Salerno Boat Show, riferendosi alle opere progettate da Calatrava, testualmente affermava: “Entro fine anno inizieranno i lavori di completamento” (VEDI QUI). Quell’anno è passato, in verità sta per terminare anche quello successivo ma dei lavori nemmeno l’ombra. Allora il 6 ottobre 2018 la scadenza elegantemente sfuma, lasciando il posto al rafforzamento della magnificenza del lavoro completo, per ora, solo nel grande plastico esposto qualche stand più in là. Prima del taglio del nastro della terza edizione, De Luca comunque graffia: “Agostino ha dimenticato di dire che Calatrava è qui perché, allora, ci fu un sindaco che condizionò la costruzione del porto alla realizzazione di una grande opera di architettura contemporanea, indicando appunto Calatrava. Vedrete, quando sarà completata, sarà una delle opere di architettura moderna più belle d’Italia in grado di fare di questo porto una attrazione culturale.
Allora dobbiamo completare questo progetto: l’edificio centrale bellissimo, la vela, il ponte… L’albergo potrà avere anche sette stelle per gli sceicchi”. In verità Agostino Gallozzi, qualche minuto prima, aveva invitato il Comune a procedere nella riqualificazione della zona retrostante (”altrimenti sarebbe un bagno di sangue…”). De Luca completa l’arringa, dettando al sindaco Napoli: “Il porto dovrà essere collocato in un’area ripulita di grande dignità urbana”. Santiago Calatrava, che delle dinamiche italiane sa più di quanto fa trasparire, veste i panni del grande saggio e, da ospite educato, socraticamente afferma: “Per queste cose ci vogliono tempo e pazienza. Qui c’è il potenziale per creare un evento che offra alla comunità una parte pubblica di grande pregio. Io ci sto, sopporto questo sforzo”.
Spesso la realtà è diversa dai racconti. Ad oggi il porto turistico Marina d’Arechi è una splendida e struttura da mille posti barca, funzionante per la nautica da diporto fino a yacht che superano i 100 metri. “Investimento da 80 milioni realizzati, 350mila metri quadrati di specchio acqueo, 400 mila in tutto” spiega Gallozzi, che ospita Arcuri in rappresentanza del socio Invitalia. Poi ammette che “manca tutta la fase due”: al privato il compito di costruire edificio, ponte, vela, strutture aperti alla città; al Comune la riqualificazione della fascia costiera pubblica. Per il momento la fotografia è quella di un anno e mezzo fa, ripresa nei primi minuti del video. Le correnti e le opere provvisorie dell’uomo hanno trasformato il porto-isola dei progetti nel porto-penisola di oggi: la strada di cantiere con il suo muraglione
artificiale sono una insuperabile diga che, nel tempo, a levante ha determinato un ripascimento naturale di grandi dimensioni, a ponente acqua bassa e stagnante. Per effettuare le opere progettate da Calatrava il privato dovrà quindi abbattere strada e muraglione, riaprire il varco, garantire la circolazione dell’acqua corrente anche al di sotto delle nuove edificazioni e costruire le infrastrutture definitive. E poco importa se l’escavo della grande spiaggia significherà la scomparsa dell’accorsato lido (foto) nel frattempo sorto in forza della autorizzazione concessa dal Comune al Marina d’Arechi.
Chissà, allora, se dal colloquio privato tra De Luca, Gallozzi e Calatrava, con Arcuri e Prete, il 6 ottobre nel chiuso dell’ufficio di riva od al ristretto tavolo del ristorante sul mare, la data di inizio lavori stavolta è emersa dalle sabbie mobili del ‘si farà…’.