Alla luce dei fatti di Macerata appare davvero impressionante il discorso di De Luca che, postumo, quasi assurge al rango di premonizione. Era il 2 luglio 2017 quando, dal palco, il Governatore della Campania aveva detto: “Gli ideologismi, cioè gli atteggiamenti culturali che non fanno i conti con la realtà, preparano guai. Noi siamo arrivati ad un punto limite nella capacità di accoglienza di migranti. Se non guardiamo in faccia alla realtà, tra sei mesi avremo in Italia i conflitti, le violenze tra gli italiani e gli extracomunitari”. E giù la condivisione, attraverso gli applausi, del vasto pubblico dell’Arena del Mare di Salerno. De Luca aveva ipotizzato, quindi, un margine di 6 mesi di tolleranza: succede che con precisione quasi svizzera Luca Traini, 28enne marchigiano ascolti alla radio la inaudita violenza con la quale un nigeriano qualche ora prima aveva fatto a pezzi una giovanissima italiana di Roma e, nella città-scena del delitto (Macerata), impugni la pistola e spari almeno 20 colpi contro sei immigrati prima di lasciarsi arrestare avvolto nel Tricolore. A risentire quell’intervento, si possono scorgere, volendo, altre analogie ‘previsionali’. Ancora De Luca diceva: “Se qualcuno pensa di venire in Italia e di fare il proprio comodo, io sono per usare il pugno di ferro. Mi è capitato di impattare con un gruppo di nigeriani: facevano paura… Questa città (Salerno, ndr) rischia di essere occupata militarmente, io non sono d’accordo. Chi pensa di essere buonista, prepara guai per l’Italia. La gente ha paura e la paura non si cancella con gli ideologismi. Capiamoci, o lo Stato dà risposte alla domanda di serenità o la gente inizia ad andare via di testa, dopodiché vota Salvini, vota i fascisti…”.
FATTI DI MACERATA, DE LUCA AVEVA CAPITO (e previsto) TUTTO. L’APPELLO INASCOLTATO – VIDEO
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