Attacca “la stupidità che continua a mettere Papa Francesco contro Papa Giovanni Paolo II, tutti e due contro Benedetto XVI fino ad arrivare ad indossare, da parte di qualche stupido, la maglietta ‘Io sono con Benedetto’ (riferimento alla Lega, ndr). E che c’importa? Che ne capisci, tu, di sta roba?”. Monsignor Nunzio Galantino è un fiume in piena: il Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana parla di giovedì sera inaugurando l’Anno accademico 2017-2018 dell’Istituto Teologico Salernitano del Seminario metropolitano “Giovanni Paolo II” di Pontecagnano, affiliato alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Un discorso fatto nella Chiesa ad un uditorio di uomini Chiesa. Perciò è ancor più diretto, senza veli: “I tre Papi, ognuno con sensibilità e linguaggio propri – continua – invitano a fissare lo sguardo su Cristo. Al di là delle stupidità che si dicono o che si scrivono”. Citando Papa Francesco, dice solenne: “Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. ‘E’ il Misericordiae Vultus’. Volto simile a quello di tanti fratelli umiliati, resi schiavi, svuotati. Dio ha assunto il loro volto: essi non sono ‘altro’ rispetto a Cristo; il Papa ce lo ricorda continuamente. Quella è la grande sofferenza di Cristo”. Preparato il terreno, sferra l’attacco: “Bisogna allora stare attenti ad un tipo di religiosità ostentata da parte di qualche movimento politico o para-politico che tantissimo si spende per il lodevole impegno a tenere il Crocifisso nelle aule pubbliche; quando però poi quel Crocifisso si stacca dal muro e comincia a diventare la grande sofferenza di Cristo quella stessa gente ritiene che si possa, anzi si debba, prendere a pedate quel Cristo sofferente che mostra volti e storie precise. Attenti: molte volte nelle nostre realtà ci lasciamo incantare da questi modelli che non hanno né capo, né coda. Anzi ce l’hanno: è l’interesse. Qualche volta noi ci lasciamo strumentalizzare”. Quindi cita il Vangelo secondo Matteo “ero forestiero e mi avete accolto” e l’Antico testamento “non molesterai lo straniero, lo accoglierai perché fosti anche tu forestiero”. Chiude: “Ciò che regola la nostra vita di credenti è il Misericordiae Vultus di Cristo che si è incarnato ed ha preso forma nel volto dei fratelli umiliati”. Qualche minuto prima si era soffermato sul rapporto tra regione cristiana e Islam: “E’ brutto dover constatare che per dialogare bisogna ritrovarsi davanti alle bare. Sarebbe bello se tutti, con motivazioni serie e fondate, riuscissimo a unire le forze. Esistono tante modalità di espressione religiose ma è chiaro che quelle integraliste e fondamentaliste difficilmente riescono ad integrarsi con le altre religioni, non soltanto con quella cattolica, e con le realtà civili”. Ultima battuta sulla immigrazione: “La legalità resta il primo passo verso una politica intelligente dell’accoglienza della mobilità umana”.
Il Segretario della CEI è stato accolto dal Prefetto degli Studi il prof. don Angelo Barra, dal Rettore del Seminario don Gerardo Albano e dai Vescovi della Metropolia salernitana: mons. Luigi Moretti, arcivescovo dell’Arcidiocesi Salerno-Campagna-Acerno; mons. Orazio Soricelli, arcivescovo dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’ Tirreni; mons. Giuseppe Giudice, vescovo della Diocesi Nocera-Sarno; mons. Antonio De Luca, C.SS.R, vescovo della Diocesi Teggiano-Policastro; mons. Ciro Miniero, vescovo della Diocesi Vallo della Lucania; dall’abate Michele Petruzzelli, O.S.B., dell’Abbazia territoriale Cava de’ Tirreni.