La nave con 26 ragazzine morte. Fermati 5 uomini. Famiglie libiche tra i 402 migranti – 3 VIDEO

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22esimo sbarco di migranti a Salerno. Al porto commerciale attracca, alle 9.18 di domenica, la Cantabria, nave militare spagnola: 170 metri di lunghezza ed a bordo un carico di morte, disperazione, speranza. 26 cadaveri di giovanissime donne e 402 migranti che portano il totale degli sbarchi nella seconda città campana a 5.451 confermandola al nono posto tra i porti di arrivo-migranti, ad un soffio dai 5.804 di Vibo Valentia. La vicina Napoli, invece, di migranti arrivati via mare ne ha accolti ‘appena’ 1.503. Curiosità: Napoli non figura nemmeno nella ripartizione ministeriale per i trasferimenti via terra. 80 nuovi arrivati andranno in in Lombardia, 72 in Campania, 30 nel Lazio, 50 in Emilia Romagna, 50 in Piemonte, 40 in Veneto, 40 in Puglia, 40 in Toscana. In Campania 30 resteranno a Salerno, 14 a testa alle province di Avellino, Benevento e Caserta. La domenica al molo III Gennaio scorre tra la pena per le 26 salme avvolte in sacchi neri – calate in banchina su una lettiga agganciata ad una gru e subito poste in bare di legno e trasferite nei carri funebri-  e la speranza che si legge negli occhi dei tanti bambini e delle donne, molte delle quali hanno subito evidenti violenze (alcune non camminano). Ci sono poi interi nuclei familiari: per lo più mamme libiche con i figlioletti. Per tutti il rifocillamento, una carezza ed il trasporto verso il centro di prima accoglienza della Croce Rossa. “E’ stato lo sbarco eticamente più difficile” ha detto, alla fine, il Prefetto di Salerno Salvatore Malfi. I cadaveri sono stati trasportati al cimitero di Salerno per una prima analisi del medico legale e poi presso l’obitorio dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona per l’autopsia. La Procura della Repubblica, oggi guidata dal sostituto procuratore vicario Luca Masini, dovrà comprendere le ragioni delle morti ed escludere, laddove possibile, l’ipotesi di omicidio. In tal senso in serata si apprende che, in seguito alle prime ricostruzioni e testimonianze, sono stati tradotti in questura per essere interrogati cinque profughi. Si apprende inoltre che l’età delle donne morte è compresa tra i 14 ed i 18 anni.

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