Il senegalese: “Noi attrazione per i turisti come a Londra e Parigi. Non parlo con De Luca”. La sua vice: “A Salerno c’è razzismo” – 2 VIDEO

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Si toglie più di uno ‘sfizio’ Daouda Niang in occasione della ‘festa meticcia’ di venerdì sera sul lungomare di Salerno. Davanti ad una ottantina di persone (extracomunitari, esponenti dei sindacati e delle associazioni di sinistra, qualche curioso), prende il microfono e dice: “Qualche giorno fa qui sul lungomare quelli di Salvini hanno realizzato una manifestazione di natura razzista. Erano sette-otto persone di cui solo unico che abita a Salerno. Stasera invece siamo molti di più perché questa è una città accogliente”. Apre la pratica-De Luca: “Con lui non voglio proprio parlare perché è inutile. Mi accusa di essere un mezzo camorrista ma non mi conosce: ci siamo incontrati solo una volta, pubblicamente. Ma gli faccio i complimenti: a seguito delle sue accuse la mia pagina di facebook è inondata dalla solidarietà di tantissimi salernitani. Questi messaggi mi rendono più forte perché mi fanno capire che Salerno ama moltissimo gli stranieri”. E’ un fiume: dice al Comune che “la sistemazione del mercatino multi-etnico di senegalesi, bengalesi e marocchini in via tenente Calò non è una soluzione definitiva ma la proveremo anche se ci sono solo 50 posti e 150 di noi resteranno senza sistemazione”, prima di svelare a tutti i salernitani che “l’abusivismo sul lungomare non esiste… Siamo tutti titolari di licenza per la vendita ambulante rilasciata dal Comune di Salerno e, in alcuni casi, da quello di Fisciano; tutti noi siamo iscritti alla Camera di Commercio. Siamo regolari e non abusivi. Questi (riferendosi all’Amministrazione comunale, ndr) non hanno mai viaggiato. Se fossero andati a New York, Washington, Parigi sotto la torre Eiffel, Londra avrebbero trovato, anche lì, gli ambulanti neri. Noi siamo un’attrazione turistica: qui i visitatori vengono sul lungomare perché vogliono comprare da noi”. Passa all’argomento cruciale: “Hanno sgomberato il sotto-piazza della Concordia buttando fuori trecento padri di famiglia. Ingiusto: pretendiamo di essere trattati da salernitani perché, dopo trent’anni vissuti in questa città, non possiamo non esserlo. E’ vergognoso che, quando vedo un’auto dei Vigili, davanti a mia moglie e ai miei figli debba raccogliere la merce e scappare a nascondermi. Non vogliamo stare sul lungomare ma nel sotto-piazza: quello era il nostro posto per il quale avevamo pagato le tasse. Quell’area non è utilizzata neanche per il parcheggio”. Diop Awa, vice presidente, lancia pesanti accuse: “Ci sentiamo salernitani ma la discriminazione si vede, si sente. Noi viviamo qui con le nostre famiglie e i nostri bambini che frequentano le scuole; non siamo vandali ma abbiamo scelto Salerno per lavorare. Qui c’è razzismo. Anche se non te lo dicono in faccia, si sente”.

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