Lunedì il sindaco Vincenzo Napoli lo aveva confidato: “Gli esperti mi dicono che gli arrivi aumenteranno” (leggi qui). Facile profezia: poche ore dopo, nella mattinata del 15 marzo, tre bus pieni di famiglie ucraine, di effetti personali di disperazione ma anche di speranze hanno fatto tappa a via Ferraris di Napoli prima di dirigersi verso Salerno. La sua destinazione finale.
I pullman sono ucraini e portano, sul parabrezza, la tabella Kiev-Salerno. Anche queste famiglie ucraine saranno accolte nella rete di supporto appositamente istituita. Un misto tra pubblico (Comune e Asl su tutti), associazioni del terzo settore (tra le quali è molto attiva la Onmic) e privati.
Proprio alla Onmic lunedì sono arrivati altri dieci nuclei familiari di rifugiati di guerra.
Questa rete sta attutendo l’impatto sul territorio di numeri che, però, sono dati in continua crescita.
Con l’apertura dei corridoi umanitari diventa allora urgente la individuazione, a livello governativo, di misure logistiche ed economiche. Misure necessarie ad assicurare assistenza e sostentamento ai profughi. Misure che poi le Prefetture coordineranno sui territori di competenza.