Salerno – “Mai succubi della politica”. Nel ventre dello stabilimento del main sponsor Caffè Motta Danilo Iervolino, in una conferenza stampa-fiume di quasi due ore, mette in chiaro molte cose. Una, in particolare, riguarda il rapporto con la politica locale. “Se li guardo mi accorgo che, nel loro campo, sono degli autentici campioni. Mi riferisco ai De Luca. Però il calcio è cosa a parte, autonoma”. Passaggio importante, dalle potenzialità rivoluzionarie a queste latitudini.
Reduce dalla firma dal notaio, Iervolino riarruola il generale Marchetti (“lo vorrei con me, qui è stato un galantuomo”) e declina in granata il suo modo di vedere il calcio. “La società si aprirà alla città. A Fabiani ho fatto i complimenti per i risultati raggiunti sul campo ma gli ho anche detto che la Salernitana è stata gestita come una entità a parte rispetto alla città ed alla intera tifoseria che rappresenta e delle quali è espressione. E questo non va bene”.
Walter Sabatini resterà legato alla Salernitana fino a giugno con l’opzione-riconferma che scatterà in caso di miracolo (leggi salvezza). “Se retrocediamo, bisogna vedere se perché non avremo fatto nemmeno un risultato o se la salvezza sarà stata mancata per mezzo punto. Con il direttore ci siamo capiti subito. Spenderò tutto il necessario in termini di giovani e di investimenti. Non getterò mai un euro per operazioni finalizzate alla immagine. Il modello italiano di riferimento potrebbe essere l’Atalanta per quanto riguarda il settore giovanile”.
Detto questo, chiarisce subito che “sono un tifosissimo di Ribery. È il presente di questa squadra, potrà tornare utile alla Salernitana anche il prossimo anno. Ma non sarà lui il futuro di questo club”.
La fidata Mara Andria sarà la coordinatrice della comunicazione mentre “la vera rivoluzione riguarderà il marketing e l’area medica”.
Lazio e poi Napoli. Iervolino dice: “Sabato sarò allo stadio, sarà una partita per cuori forti. Ribadisco quel che ho detto in sede di closing: non ho mai conosciuto i vecchi proprietari né ho mai avuto rapporti con loro”.
Il terreno è fresco, Iervolino ricostruisce: “Fino al 30 dicembre non c’era alcuna intenzione di investire nel calcio. Lo avevo anche promesso a mia moglie. Poi, con il termine che stava per scadere ci ho ripensato. La Salernitana non poteva sparire ed io mi sono sentito in dovere di impegnarmi. Questa città mi ha dato tanto. La mia Pegaso l’ho fondata qui e qui venivo da ragazzo, da mio cugino. Spesso compravamo i biglietti per la partita anche se in serie A tifavo per il Napoli, essendo cresciuto con il mito di Maradona. Allora, il 30, ho chiamato la mia squadra ed abbiamo avanzato l’offerta. Il 1 gennaio ero senza voce…”.
Anche perché ha dovuto parlare a lungo con suo figlio di 12 anni. “Sì, gli ho dovuto spiegare il motivo per il quale da oggi la nostra prima squadra è la Salernitana”. Cuore e cervello. Iervolino vuole tutto: “A Napoli ci prenderemo i tre punti per salvarci e loro vinceranno lo scudetto”. Sognatore ed ottimista. Iervolino alza l’asticella: “L’obiettivo è di salvarsi perché la serie A è la categoria congeniale di questa leggendaria società”.
Foto tratta dal sito ufficiale IsSalernitana1919.