Isfoa: il magnifico rettore Stefano Masullo e i componenti del Senato Accademico esprimono profondo cordoglio alla famiglia per l’improvvisa scomparsa del caro amico Giovanni Gastel.
Stefano Masullo: “Ci sentiamo annichiliti per la drammatica notizia. In rispettoso silenzio per l’insanabile dolore, in profondo raccoglimento dedichiamo una intensa e viscerale preghiera all’Altissimo. Che il Signore possa accogliere con serenità lo spirito indomito ed artistico nella propria dimora”.
Giovanni Gastel era accademico Isfoa – Libera e Privata Università di Diritto Internazionale.
Inoltre è stato il protagonista di copertina del numero 11 di Golf People Club Magazine (nella foto di Adriana Cosareata). Si tratta della più prestigiosa e conosciuta rivista italiana di Golf – Arte – Lifestyle – Business&Solidarietà.
Giovanni Gastel aveva 65 anni. Era tra i più famosi fotografi italiani nel mondo. Nipote di Luchino Visconti, tra i più celebri obbiettivi italiani, era ricoverato da alcuni giorno all’ospedale allestito in Fiera a Milano.
Giovanni Gastel era nato nel dicembre 1955, ultimo dei sette figli avuti da Giuseppe Gastel e Ida “Nane” Visconti di Modrone.
Discendente degli Erba, stirpe brianzola della farmaceutica e di una delle più nobili famiglie milanesi.
Giovanissimo, si diplomò all’Istituto Zaccaria dei padri Barnabiti a Milano.
Con coraggio decise di provare la strada della fotografia affrontando, senza sostegno, una lunga gavetta che ricordava con particolare orgoglio.
Progetto vincente: Giovanni Gastel si affermò come fotografo di moda per poi occuparsi anche di produzioni con fini artistici e di ritratti.
Bebe Vio che si tocca il volto con le mani, Barack Obama che ride libero dalla cravatta . Ancora: Micheal Stipe (Rem) con una mela verde sulla testa ma anche Fiorello, Forattini,
Pino Daniele, Johnny Deep, Tiziano Ferro.
Immortalati dal suo obbiettivo anche Luciano Ligabue, Monica Bellucci, Roberto Bolle.
Tantissimi i personaggi che Giovanni Gastel ha ritratto nella sua lunga carriera iniziata negli anni ’70 nella cantina di casa.
La svolta agli inizi degli anni ’80. Giovanni Gastel iniziò a collaborare con le più prestigiose riviste di moda.
Una scalata che lo portò a firmare campagne, tra gli altri, per Versace, Missoni, Trussardi, Krizia, Ferragamo, Dior.
Negli anni ’90 inseguì una via più personale arrivando a conquistare la prima grande mostra. Nel 1997 in Triennale una ‘personale’ curata da Germano Celant, con cui ha poi continuato a collaborare.
L’amico Masullo spiega: “Col tempo aveva anche scoperto la passione per i ritratti. E se tra i soggetti famosi poteva vantare anche Barack Obama, con generosità amava regalarne gratis ad amici e conoscenti sull’onda della spontaneità, magari al primo incontro.
Bell’uomo, generoso, ironico. Quasi sempre più elegante dei modelli e delle modella che aveva di fronte. La nobiltà non era certo una questione di cognome.
Era del resto ammiratore del famoso zio regista che frequentò da ragazzino.
Zio del quale, osservandolo nella villa di famiglia a Cernobbio mentre magari montava Ludwig, apprezzò molte qualità”.
Di se stesso, Gastel diceva: “Maestro di eleganza, che non è manierismo effeminato ma un modo di essere. Un’educazione di cavalleria forgiata nel medioevo che è una chiave del mio lavoro”.
Nel 2015, per i 60 anni, si era regalato anche un’autobiografia, Un eterno istante. La mia vita (Mondadori).
Faceva parte del Consiglio di Amministrazione del Mufoco di Cinisello. Il museo della fotografia contemporanea in predicato di confluire, a Milano, in Triennale.
“Fotografo delle Anime Perse”, lo ha ricordato Piero Pelù.
Aveva venduto la prima foto a 17 anni ma è nel 1981 che è iniziata la sua carriera nel mondo della moda. Ha lavorato per riviste come Vogue e realizzato tante campagne storiche dei marchi del Made in Italy e non solo.
Questo però non gli è bastato. Ha pubblicato poesie e ha iniziato a realizzare dagli anni Novanta anche progetti esclusivamente artistici.
E anche grazie alla fama conquistata che ha iniziato ad occuparsi dei ritratti in modo sempre maggiore.
“Ritratti di vip ma anche per beneficienze, come quello messo in palio ad un asta solo pochi mesi fa”.
Gentile, elegante, appassionato “ha saputo ritrarre e cogliere l’intimità dei grandi personaggi della moda e della cultura internazionale” ha riconosciuto Dario Franceschini il ministro dei Beni Culturali.
Proprio ai ritratti è dedicata la sua ultima mostra: ‘The People I Like’ chiusa il 21 febbraio al Maxxi di Roma.
Una esposizione divisa in due sezioni una con un ordine ‘sentimentale’. In una tutti i protagonisti sono fotografati con lo stesso sfondo, indossando un ‘lupetto’ nero. “Lì è tutto uguale, il fondo è sempre lo stesso, così mi sono potuto concentrare sulla persona, volto e mani. E quindi sulla loro anima” ha raccontato in un’intervista.
Non ha però mai abbandonato la moda.
Il suo ultimo post su facebook, solo di qualche giorno fa, riporta la fotografia di Malika Ayane. Produzione per la campagna pubblicitaria di Chiara Boni.
“Due amiche” le ha definite nel messaggio sul suo profilo. Scrigno di lavori ‘artistici’, del sorriso del nipotino, di momenti pubblici e privati.
Il 17 febbraio 2021 il messaggio di addio ad un altro grande fotografo: Efrem Raimondi. All’artista morto per un infarto ha dedicato una frase che ben si adatta anche alla sua scomparsa.
“Quando muore un amico vero, che è anche un collega di straordinario talento, si mischiano nel cuore molti dolori. Il dolore per l’amico partito, il dolore per la perdita di uno dei cervelli più belli e lucidi del nostro settore e il dolore per quello che il suo talento avrebbe ancora potuto regalare al mondo”.
Articolo redazionale: notizie ed immagini a cura di ISFOA – Libera e Privata Università di Diritto Internazionale.