Uranio impoverito: si torna a discutere degli effetti sulla salute. Lo spunto è offerto dalla vita di un militare, il Colonnello dell’esercito Carlo Calcagni, ‘inspiegabilmente’ non già definitivamente piegata dal male. “…Persino i medici del Breakspear Medical di Londra ritengono che la vita di Carlo sia un miracolo. I valori riportati nelle cartelle cliniche sono spaventosi e lui non dovrebbe più essere vivo eppure continua a pedalare per chilometri e lasciare tutti dietro di sé” scrive la segreteria nazionale della Federazione Lavoratori Militari (FLM). Il passaggio è contenuto nella lettera Uranio Impoverito – Rapporto tra proclami e censure invita il 27 agosto al Governo: nell’elencare le tappe della incredibile storia dell’ufficiale Carlo Calcagni, la FLM chiede di mantenere alta l’attenzione sulla strage silente. Si legge: “Sempre più evidente la correlazione tra questo componente dei proiettili e l’insorgenza di tumori, di malattie neurodegenerative, più in generale, di sindromi da intossicazione ed accumulo di metalli pesanti che conducono allo sviluppo di patologie multi-organo tra i soldati italiani. In molte situazioni la compromissione si consolida sino al livello molecolare e genetico, con il conseguente interessamento di ghiandole endocrine (tiroide, surreni), fegato, reni, apparato cardiovascolare, respiratorio e sistema autonomico. A queste si aggiungono quelle collaterali prodotte alle famiglie che assistono i loro figli, mariti e mogli nonché militari dello Stato Italiano. Basta pensare che molti dei partner femminili hanno sviluppato la burning semen disease1 (sindrome del seme urente) che produce forti bruciori nella parte interna sessuale femminile, fino al manifestarsi di tumori all’utero, nei figli delle famiglie dei nostri militari emergono malattie ematologiche, le leucemie, i linfomi, non possiamo dire con certezza che vi sia una correlazione, però nessuno può negare l’insorgenza di determinate malattie in una ristretta popolazione quale quella in armi. Tuttavia, da dietro le quinte, possiamo raccontare la vita di un soldato che non si arrende: Carlo Calcagni, Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano, un eroe dei nostri tempi che si racconta senza riserve, lo fa con grande dignità incontrando gli studenti e la gente che affolla i luoghi in cui è programmato il suo intervento. Nel messaggio ‘Mai arrendersi’ che ormai lo identifica, è racchiuso il vissuto di una persona unica, capace di affrontare la sua terribile malattia e le devastanti cure quotidiane in modo esemplare, senza cedere alla disperazione e soprattutto senza mai rinnegare i valori dell’uniforme che continua a indossare con grande orgoglio”.
Storia che ha portato il militare all’attenzione, anche, delle più importanti Istituzioni culturali internazionali. Il colonnello Carlo Calcagni è laureato Isfoa Libera e Privata Università di Diritto Internazionale e, in settembre a Milano, ospite del magnifico rettore Stefano Masullo e del Senato Accademico, sarà tra i 25 insigniti del Premio Internazionale Isfoa alla Carriera 2020.