07 aprile – Puntano verso il basso le tre curve del grafico: quella dei deceduti (604 oggi, 636 ieri, solo il 23 marzo si è registrato un numero migliore: 602); quella dei nuovi positivi (oggi meno della metà di ieri: 880 contro 1.941 di lunedì; è il miglior risultato in assoluto); quella dei pazienti ricoverati nelle terapie intensive (3.792 a fronte dei 3.898, con la più ampia diminuzione parziale: meno 106). Segnali incoraggianti anche dall’incremento dei guariti, pari a 1.555. In termini assoluti i deceduti salgono a 17.127; i positivi attivi a 94.067; i guariti a 24.392. Il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’ISS, professore Giovanni Rezza, però, ammette: “Abbiamo una sottostima nel numero dei decessi nelle residenze sanitarie per anziani (RSA) perché molte volte non vengono fatti i test; lì si sviluppano i focolai. Per la questione dei tamponi confermo che per ogni caso riportato ufficialmente vi sono dieci persone infette. Abbiamo carenze informative sul periodo in cui, eccezionalmente, una persona resta contagiosa dopo due tamponi positivi. L’Italia è un Paese rigido nell’applicazione del principio di precauzione rispetto alle altre nazioni europee”. Angelo Borrelli risponde sui tamponi: “Fatti 755mila test, siamo tra i primi Paesi al mondo”.
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