Arriva, dal cortile della Parrocchia di San Demetrio a Salerno, una delle più autentiche testimonianze di dignità umana ai tempi del Coronavirus. Testimonianza bilaterale: da una parte i diseredati, dall’altra chi dedica una parte di tempo e di energia per assisterli consapevole che, quando il vento soffia, a cadere per prime sono le foglie più deboli. Don Mario Salerno, parroco a San Demetrio, spiega il senso dell’iniziativa: “In tempi di emergenza come questo che stiamo vivendo a soffrirne di più sono di certo i più poveri e chiunque viva ai margini. Noi tentiamo di fare quello che è possibile per stare vicini. A San Demetrio con la mensa chiusa, con il concorso delle altre parrocchie e dell’associazione Venite libenter, abbiamo distribuito un centinaio di sacchetti di viveri. Ordinati e distanziati i senza fissa dimora hanno ritirato il sacchetto e sono andati nei loro luoghi di residenza: su una panchina, sotto un ponte, sotto un portico. Loro non hanno casa. Ci hanno detto grazie con grande dignità. Dai poveri s’impara”.
Idealmente a nome di tutti gli altri, due ‘senzatetto’ raccontano i particolari di una condizione resa ancor più difficile dal Covid-19: “Le autorità ci spingono a non rimanere per strada. Ma noi viviamo ai margini e non sappiamo dove andare, specialmente ora che il dormitorio è chiuso. Gli operatori hanno paura e sono scoraggiati: hanno ragione. Ringraziamo che ci dà del cibo (le ‘unità di strada’ e la parrocchia San Demetrio) e i padri Saveriani che ci fanno fare, almeno, la doccia ogni giorno”. Appuntamento, allora, a domenica prossima per la successiva distribuzione dei cesti alimentari preparati dalla comunità di donne e uomini della parrocchia San Demetrio. Amorevolmente.