Puglia e Campania: offensiva delle Forze dell’Ordine a tutela dell’ambiente. In due operazioni Guardia di Finanza e Carabinieri del N.O.E. hanno sequestrato una azienda di lavorazione pietre in provincia di Taranto (video) e un impianto di compostaggio in provincia di Salerno (foto). Di seguito i dettagli così come resi noti dai rispettivi Comandi Provinciali.
Puglia – “Militari della Compagnia di Martina Franca, con l’ausilio di elicotteri della Sezione Aerea di Bari, hanno individuato un’area ubicata all’interno di una gravina sita in agro di Massafra (Taranto), attigua ad un opificio industriale di una società esercente l’attività di lavorazione del marmo e della pietra. E’ stato accertato che la società sversava sistematicamente nella predetta area gli scarti della lavorazione del marmo ed i fanghi reflui derivanti dalla perforazione delle pietre, utilizzando un’apertura a forma di botola appositamente ricavata in una parete prospiciente il precipizio della gravina stessa. All’interno dell’area, risultata di interesse pubblico in quanto sottoposta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico, le Fiamme Gialle hanno altresì rinvenuto rifiuti di ogni genere: materiali plastici, metallici, legno ed ogni altro materiale di risulta, complessivamente quantificati in 24.000 tonnellate. Sia l’area che le attrezzature aziendali sono stati sequestrati, mentre il rappresentante della società è stato denunziato all’Autorità Giudiziaria per attività di gestione rifiuti non autorizzata ed inquinamento ambientale”.
Campania – “Continuata azione di controllo dei Carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale per contrastare il fenomeno delle violazioni in materia ambientale presso i principali impianti di trattamento di rifiuti della provincia di Salerno. Ad Eboli, nell’ambito di una mirata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno, i Carabinieri del N.O.E. di Salerno hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di un impianto di compostaggio e stabilizzazione delle frazioni organiche. La misura cautelare è scaturita anche a seguito di numerose segnalazioni ed esposti giunti da locali comitati ambientalisti e cittadini residenti nelle aree limitrofe all’impianto per miasmi percepiti fino al limitrofo centro abitato. Nel corso di attività ispettive condotte dai militari del N.O.E., coadiuvati da personale ispettivo dell’Arpac di Salerno, tra giugno 2017 e ottobre 2019, è emerso che per le operazioni di recupero dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata l’impianto riceveva quantitativi di rifiuti biodegradabili di cucine e mense e rifiuti biodegradabili notevolmente superiori rispetto ai limiti imposti, producendo un esubero mensile di circa 500 tonnellate. Il superamento costante dei quantitativi consentiti, aggiunto alle operazioni di deposito e alla triturazione eseguita nel piazzale esterno dell’impianto, hanno causato le emissioni nauseabonde avvertite dalla popolazione. Il valore complessivo del sequestro ammonta a circa 10.000.000 di Euro”.