A sentire il sindaco, Salerno si caratterizza per il ‘distretto del bello’: indovinata espressione che sintetizza e circoscrive l’area ricompresa tra la spiaggia di Santa Teresa e la Villa Comunale, passando per la (futura) piazza della Libertà, la stazione marittima ed il molo Manfredi lentamente avviatosi sulla strada del riammodernamento. Area completamente riconfigurata nell’ultimo decennio. In una uggiosa e ventosa domenica di febbraio, però, del ‘bello’ invocato dal primo cittadino non v’è traccia visibile, seppure se ne intuiscano le potenzialità. La realtà è fatta di un solarium in teak completamente sverniciato – dalla salsedine e dal calpestio -, con i bulloni di fissaggio talvolta saltati e con alcuni assi in acciaio delle ringhiere vandalizzati (vedi la nostra denuncia di dicembre 2017). A chi compete la manutenzione ordinaria? Di fianco l’area del sottopiazza, la ‘passeggiata a mare’ culminante nel ‘diamante’ su cui – stando ai rendering – affaccerebbero accorsati negozi e ristoranti, giace da anni in un evidente stato di abbandono (erba alta, parte sovrastante ammalorata con grandi pezzi di copertura mancanti).
Nonostante i ventennali proclami della ‘rivoluzione urbanistica straordinaria’, nell’area ‘Crescent’ l’unica opera finora realizzata e consegnata è stata il grande condominio privato con relativi parcheggi pertinenziali interrati. Conclusa la fase della messa in sicurezza, manca la costruzione di una grande parte di piazza e dell’hotel le cui fondamenta, allo stato grezzo ed esposte alle intemperie, appaiono intaccate dall’agire dell’acqua (vedi qui): in pratica c’è da realizzare tutta la parte di opera prospiciente il lungomare. La retrostante area di via Porto, conseguentemente sgomberata dai mezzi di cantiere, è stata affidata dal Comune a Salerno Mobilità SpA che l’ha adibita a area pubblica di sosta a pagamento (2 euro l’ora). Ad un centinaio di metri di distanza il molo Manfredi è oggetto di ristrutturazione con il cantiere che si ‘salda’ con quelli della piazza e del Crescent. A testata della stazione marittima si vedono gli effetti concreti del mancato congiungimento della banchina con il molo di sovra flutto (AdSP stazione appaltante): ad un determinato spirar del vento, nella porzione di mare angolare si crea una discarica di plastica e detriti. Che tutti vedono ma che nessuno rimuove. Nella Salerno “la cui rivoluzione urbanistica è pari solo a quelle di Milano o Genova” alcune realtà raccontano storie opposte: qui, a volte, passano gli anni senza che nulla si muova.
VIDEO – Santa Teresa, né lavori, né manutenzioni. Il mare di plastica
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