Tensione al porto: da una parte gli autotrasportatori, dall’altra i residenti della retrostante città. In mezzo la piccina politica locale che ha abdicato (oramai da decenni) al ruolo di indirizzo delle linee di sviluppo della principale infrastruttura cittadina: una colpa macroscopica le cui conseguenze ricadono sulle vittime di questa ‘guerra tra poveri’. A guardare operai, lavoratori e famiglie accusarsi e la politica a far nulla ci sono, dall’alto, i portatori dei grandi interessi economici che il porto muove. Il problema riguarda il migliaio (circa) di tir e camion che serve quotidianamente il porto; mezzi oggi costretti da ordinanze comunali (Vietri-Cava) e dalle verifiche strutturali in atto sulla A3 Salerno-Napoli ad un lungo giro attraverso la A30. La Federazione Autotrasportatori Italiani (FAI) impugna l’ascia di guerra e dichiara lo stato di agitazione nella legittima difesa degli interessi di categoria. Tanto che, pur di giustificare le proprie tesi (sostanzialmente la riserva del tratto finale del viadotto al traffico pesante) si spinge a chiedere al Prefetto la riapertura al doppio senso di via Benedetto Croce, occupando quegli spazi decisionali lasciati liberi dal Comune. A difesa delle migliaia di famiglie residenti ai rioni Porto, Olivieri, via Monti, Canalone via Sabatini dovrebbe schierarsi senza tentennamenti proprio l’Amministrazione comunale che invece, pilatescamente, preferisce demandare al completamento (?) di Porta Ovest la soluzione dell’enorme problema. Quanto inquinano (anche a livello sonoro) i mille camion che ogni giorno occupano il viadotto? Quanto inquinano le decine di navi all’ormeggio con i motori sempre accesi? Quanto incide sull’economia cittadina il (quasi) perenne blocco del traffico? Quando il Comune ha difeso gli interessi della città a fronte dello strabordare di quelli privati dei grandi gruppi a cui è stato garantito l’utilizzo strutturale e perenne delle banchine pubbliche? Esiste davvero un rapporto proficuo tra lo sbocco occupazionale diretto dell’industra-porto (diverse centinaia di persone) ed il costo sociale (impatto sulla città) dell’infrastruttura? A fronte di migliaia di tir a settimana in transito per Salerno, di quanto incide il comparto ‘autostrade del mare’ sul Pil cittadino e provinciale? La politica, attraverso le Istituzioni, ha mai avanzato all’armatore che maggiormente utilizza il porto quale base logistica per le sue navi Ro-Ro una richiesta finalizzata ad assicurare un ritorno/ristoro/risarcimento per la collettività? Domanda necessaria oggi che l’Ansa riporta le seguenti dichiarazioni di Emanuele Grimaldi: “Le nostre sedi di Palermo e Catania ci danno grandi soddisfazioni. Trasportiamo circa il 50% dei camion che dalla Sicilia vanno verso il nord e viceversa. Con la nuova rotta Palermo-Salerno abbiamo avuto un incremento di 50 mila passeggeri”.
FAI – Di seguito il testo del comunicato della FAI diffuso oggi, sabato 13 ottobre: “La Federazione Autotrasportatori Italiani annuncia lo stato di agitazione se non verranno trovate soluzioni al problema della mobilità attuale, che impedisce l’accesso dei mezzi pesanti che superano i 75 quintali al tratto tra Salerno e relativo porto e Cava de’ Tirreni. Sono infatti chiuse al traffico ai camion oltre i 75 quintali sia la A3, per controlli di sicurezza della viabilità, che la strada statale per ordinanze comunali. I tir sono costretti ad andare sull’A30, con un aggravio di circa 50 chilometri rispetto al percorso tradizionale, che si traduce in maggiori costi per le aziende di autotrasporto e per tutto quanto riguarda l’intero settore di circolazione delle
merci. ‘Fermo restando che siamo i primi a volere garantire la sicurezza ai cittadini, ai nostri autisti e a tutti quanti operano nel settore degli autotrasporti, dobbiamo constatare che nessuno ci aiuta a trovare un’alternativa all’attuale problematica della mobilità. La riunione di giovedì sera, alla quale hanno partecipato sia gli iscritti Fai dell’intera Campania, ma anche aziende di autotrasporto che provengono da altre regioni che condividono la stessa criticità di mobilità, è stata infuocata’, ha detto il segretario regionale coordinamento Fai, Angelo Punzi. ‘La situazione non è più sostenibile e non è un fardello che possiamo portare da soli. A tutto questo si aggiunge anche un aumento del gasolio che rende quei 50 chilometri in più da percorrere ancora più gravosi. L’unica alternativa a questa situazione è darci la possibilità di utilizzare la strada statale 18 per un paio di mesi. Parallelamente chiediamo l’apertura nel doppio senso di via Benedetto Croce che ridurrebbe l’impatto dell’autotrasporto per e da il porto di Salerno e darebbe agli automobilisti che si recano a Salerno un’alternativa valida per non dirigersi al porto dove tra l’altro la commistione di auto, moto e camion rende il transito molto pericoloso. Inoltre mettiamo in evidenza che la strada dedicata agli automobilisti in via porto verso Salerno è ancora contrassegnata sul manto stradale da frecce gialle che indicano la viabilità al contrario di quella consentita, creando ulteriore rischio e confusione. Chiediamo pertanto a gran voce un incontro al Prefetto di Salerno che si faccia garante di un confronto diretto con i sindaci dei comuni di Cava de’ Tirreni e di Vietri sul Mare e con l’assessore alla mobilità del Comune di Salerno. Se non avremo risposte concrete siamo pronti a mettere in atto una serie di manifestazioni per portare all’attenzione di tutti il disagio che l’intero comparto sta vivendo’, ha concluso Punzi.