Abusivismo, inquinamento, illegalità: male la Campania. Carabinieri, Legambiente e il caso-Salerno

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Abusivismo, inquinamento, illegalità: l’altra faccia della medaglia dell’estate campana è nelle operazioni dei Carabinieri (qui elencate solo le ultime in ordine cronologico); nelle denunce di qualche attento parlamentare e, in maniera più articolata, nella impietosa fotografia scattata da Goletta Verde di Legambiente. Emerge un quadro di elevata gravità che, nei fatti, contrasta con i proclami e con le intenzioni di miglioramento della vigilia.

Ischia – I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Napoli e della stazione di Barano d’Ischia hanno ispezionato alcuni alberghi della zona nell’ambito di controlli per tutelare il rispetto della normativa ambientale. Così iol Comando provinciale dell’Arma: “Due strutture, è stato accertato, erano sprovviste dell’autorizzazione per lo scarico delle acque reflue provenienti dalle piscine termali. i militari hanno dunque chiuso gli scarichi e impartito prescrizioni affinché le strutture si muniscano dell’autorizzazione rilasciata dal comune; i gestori dei due alberghi sono stati denunciati”.

Bacoli/Baia – Quasi in contemporanea i Carabinieri della Stazione di Bacoli insieme con personale della Guardia Costiera dell’Ufficio Circondariale Marittimo e della Brigata della Guardia di Finanza di Baia “hanno proceduto al sequestro di due lidi abusivi e alla denuncia di un 37enne di Bacoli e un 60enne di Monte di Procida gestori delle attività”. Nello specifico: “I predetti, occupando illegalmente circa 350 metri di costa, noleggiavano a bagnanti ombrelloni e lettini; sono stati sequestrati 163 lettini e 65 ombrelloni”.

Salerno – A Salerno, invece, lo scandalo è in centro-città: “Che città turistica è senza mare?” dice il deputato salernitano di Forza Italia, Gigi Casciello che denuncia la presenza di una chiazza marrone comparsa in mare a Salerno nel pomeriggio di giovedì 23 agosto (foto in alto). “La cartolina della città turistica ed europea che da più parti viene promossa è rappresentata dall’inequivocabile chiazza marrone comparsa nel ‘salotto buono’ del lungomare cittadino. Una vergogna che stona con le potenzialità di una città che avrebbe potuto sviluppare la sua economia attorno all’unica, vera ricchezza naturale che le è stata donata: il mare. Quel mare che, al contrario, Salerno ha perso ormai da anni, diventando una città deserta durante i mesi estivi. Un controsenso inaccettabile e le cui responsabilità sono da attribuire unicamente a chi ha amministrato la città dal ’93 ad oggi e che ora, dalla Regione Campania, continua a promettere soluzioni in grado di rilanciare il turismo balneare nei nostri territori. Ma ora è troppo tardi. Se mai nel ‘97 fossi stato eletto sindaco di Salerno avrei avuto un obiettivo principale: delocalizzazione il porto commerciale a sud e restituire il mare ai salernitani per provare a salvare una città turistica che da tempo ha perso il suo mare. Invece sono stati vanificati 20 anni tra opere incompiute e gestioni padronali e familiari del potere con la colpevole connivenza di gran parte delle associazioni di categoria e di buona parte degli ordini professionali. Ed il risultato è sotto gli occhi di tutti”.

Legambiente/Goletta Verde – Il bilancio, complessivo, lo traccia Legambiente: “Su 31 punti monitorati da Goletta Verde il 64% è risultato inquinato o fortemente inquinato. E ci sono anche record assoluti, con situazioni che nonostante esposti dell’associazione e controlli delle forze dell’ordine mostrano un inquinamento ormai cronico: è il caso ad esempio la foce del fiume Irno a Salerno, del fiume Sarno tra Castellammare e Torre Annunziata, della foce dei Regi Lagni a Castelvolturno, della foce del canale di Licola a Pozzuoli e della foce del torrente Asa a Pontecagnano giudicati ‘fortemente inquinati’ per il nono anno consecutivo. Ecco la fotografia per la Campania scattata dal resoconto finale del viaggio di Goletta Verde, una istantanea a tinte fosche delle coste campane che continuano a subire la minaccia della mancata depurazione: su trentuno punti monitorati ben venti presentavano cariche batteriche elevate. Nel mirino ci sono sempre canali, foci di fiumi e torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati. Il monitoraggio di Goletta Verde prende in considerazione il campionamento dei punti critici che vengono principalmente scelti in base a un ‘maggior rischio’ presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Per questo vengono prese in esame le foci dei fiumi, torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge: queste situazioni sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani che attraverso i corsi d’acqua arrivano in mare. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e abbiamo considerato come ‘inquinati’ i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e ‘fortemente inquinati’ quelli che superano di più del doppio tali valori. Legambiente segnala di aver presentato complessivamente esposti  alle Capitanerie di Porto per nove località, per le criticità riscontrate a Pozzuoli (Lido di Licola); alla foce del fiume Sarno e alla foce dell’Irno a Salerno, foce regi Lagni a Castelvolturno; per  la foce dell’Alveo Volla a San Giovanni a Teduccio; la foce fiume Picentino tra Salerno e Pontecagnano Faiano; la foce del Tusciano a Battipaglia; del Rio Arena tra Castellabate e Montecorice e del fiume Bussento a Policastro Bussentino. Non va meglio, infine, sul fronte dell’informazione ai cittadini. La cartellonistica informativa, obbligatoria da anni per i comuni e che dovrebbe avere la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare, è praticamente assente: i tecnici di Goletta Verde che hanno avvistato in Campania soltanto un cartello rispetto ai 31 punti analizzati (alla foce del fiume Picentino, punto dove insisteva anche il cartello di divieto di balneazione).  A questa già complessa situazione si aggiunge, inoltre, anche il degrado e la presenza di rifiuti – da plastica a materiali ingombranti – riscontrati in oltre il 90% dei punti monitorati lungo la costa campana”.  “Lo ribadiamo da anni, ma purtroppo non troviamo riscontri: è necessario affrontare con decisione il problema della mancata depurazione soprattutto per una regione, come la Campania, che nella risorsa turistico ricreativa connessa al mare fonda importanti opportunità produttive e lavorative – spiega  Francesca Ferro, direttrice di Legambiente Campania -Con il nostro monitoraggio non intendiamo rilasciare patenti di balneabilità, sostituendoci alle autorità competenti in materia di controlli e di balneazione ma, con ‘fotografie’ istantanee, portare all’attenzione di amministratori e cittadini le criticità che minacciano la qualità e la salute dei nostri mari, affinché se ne individuino e risolvano le cause. Anche per questo continua l’azione legale di Legambiente affinché si affronti con decisione il problema della depurazione. Quest’anno abbiamo già presentato esposti alle diverse Capitanerie di porto segnalando in Campania ben nove località fortemente inquinate”.

“La causa di questi risultati è sicuramente da attribuire alla mala depurazione di cui ancora soffrono vaste aree del nostro Paese e per la quale l’Unione europea ci ha presentato un conto salatissimo. Sulla depurazione, l’Italia è oggetto di due condanne e di una terza procedura d’infrazione, che riguardano complessivamente 909 agglomerati urbani, di cui il 25% in Sicilia (231 agglomerati), 143 in Calabria (16%), e 122 in Campania (13%).  Gli scarichi non depurati sono i peggiori nemici del turismo. La Campania risulta  la peggiore a livello nazionale per numero d’ infrazioni contestate dalle forze dell’ordine riguardanti depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti: sono 1.347 reati, il 22,1% del totale nazionale con un incremento del 43% rispetto lo scorso anno e con un exploit per quanto riguarda le persone denunciate o arrestate ben 1419 (+23,2%) e per numero sequestri 526 (+16,8).Illeciti che riguardano  relativamente a impianti di depurazione non a norma, scarichi non allacciati alle fognature perché provenienti da case abusive, alberghi e abitazioni private che scaricano direttamente in mare o sversamenti illegali di residui industriali direttamente nei corsi d’acqua”.

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