Quando il governo italiano accettava gli sbarchi di decine di migliaia di clandestini (tecnicamente ‘persone senza passaporto’) ammassati su navi pubbliche e private di varie marinerie e le partenze dalle coste africane era organizzate ed ottimizzate da chi (probabilmente) ci lucrava, l’Europa – attraverso i porti italiani del centro-sud – realizzava il suo originale concetto di solidarietà lasciando in Italia il 93-94% dei migranti (quelli ‘economici’) ripartendosi per quote il restante 6-7% composto da rifugiati politici o di profughi di guerra accertati. Data la visione allineata (con Parigi e Berlino) del Governo di Roma, le Prefetture sistematicamente assegnavano milioni di euro a interlocutori in grado di assicurare ‘accoglienza’ sul territorio superando con scioltezza il principio Governo-Anci del limite di 2.5 migranti ogni mille abitanti. Un sistema collaudato, con città e piccoli centri a riempirsi di persone estranee ad ogni dinamica culturale ed economica, aventi l’unica prospettiva di oltrepassare, comunque, il confine. Le elezioni del 2018 hanno però cambiato verso ad una strategia che, in prospettiva, aveva probabilmente solo il muro su cui sbattere. La ricostruzione ritorna attuale oggi: la nave militare Diciotti con a bordo 177 migranti dovrebbe essere accolta in altro Paese d’Europa, quantomeno in ossequio al principio di reciprocità. La vicenda riporta a tre episodi accaduti al porto di Salerno nel 2017, l’anno-simbolo della mancanza di visione sulla gestione dei flussi migratori del Governo italiano a fronte di quella invece ben più delineata del resto d’Europa.
Il 19 giugno, nottetempo, legò le proprie cime alle bitte del molo III Gennaio la nave militare spagnola Canarias che fece toccare terra europea a 526 extracomunitari; dieci giorni dopo, il 29 giugno, attraccò la omologa nave militare spagnola Rio Segura con a bordo 1.216 migranti; il 5 novembre la nave militare spagnola Cantabria sbarcò 402 persone e 26 corpi di ragazze morte. Quindi, mentre il Governo italiano rimaneva ancorato alla pluriennale catarsi solidaristica, in poche settimane le ben più mobili navi dello Stato spagnolo scaricavano liberamente a Salerno 2.144 stranieri. In quei giorni la parte politica locale (sindaco), nella analisi di merito allineata alle posizioni del Governo, era impegnata nell’accoglienza unitamente alla Prefettura ed ai portatori di interessi (sulle banchine anche qualche Vescovo). L’unica voce territoriale di contrapposizione fu quella della Lega.
In quel 2017 furono complessivamente portati in Italia (da Ong e navi governative) 97.936 migranti; appena tremila in meno dei 102.610 dell’anno precedente.