Era il 26 maggio del 2017. La nave Aquarius della ONG SOS Mediterranee attraccava al porto di Salerno – era il 18esimo sbarco in città da gennaio – con il suo carico di 1004 migranti. Nelle stesse ore a circa 500 chilometri più a sud, al Palacongressi di Taormina, al G7 Macron era accolto con tutti gli onori dall’ossequioso premier Gentiloni; presidente francese probabilmente soddisfatto nel vedere Minniti ed il Governo italiano – allora non ‘vomitevole’ – mettersi sugli attenti e dirottare dalla Sicilia alla Campania l’ingombrante nave rossa. Per ‘studiare’ i curiosi fenomeni ‘tutti italiani’ dello sbarco, dell’assistenza sanitaria, dell’accoglienza e della ripartizione delle quote nelle comunità campane e di altre regioni, era persino giunta in banchina TV2 France. “Siamo qui per mostrare alla Francia questa gente che arriva in Italia dopo un viaggio molto pericoloso” raccontava Francois, il giornalista inviato. E dati i contemporanei, sistematici respingimenti alla frontiera di Ventimiglia, a Parigi quel servizio sarà stato visto con lo stesso coinvolgimento con cui in Italia si ammirano i documentari naturalistici della BBC. Tanto il problema del peso dei 300.805 migranti sbarcati e accolti sul suolo nazionale nel 2016 e 2017 – dati il buonismo ed il filosofismo del governo Gentiloni – sarebbe restato confinato in Italia. A poco, quindi, sarebbe valsa la distinzione – a quel punto solo formale – tra profughi di guerra-rifugiati e migranti economici ed ancor meno il diritto dei primi a restare ed il dovere dell’Europa (?) al rimpatrio dei secondi. Tutta teoria, con buona pace anche del Prefetto di Salerno che, a precisa domanda, rispondeva burocratico: “Le decisioni sugli sbarchi spettano ad altri, a noi il compito di garantire sicurezza e accoglienza. Al termine del processo di identificazione, per coloro che non avranno diritto a rimanere saranno attivate le conseguenti procedure”. Aquarius, migranti, Francia, Macron: il 26 maggio 2017 tra Salerno e Taormina c’erano tutti gli ingredienti di quella miscela che un anno dopo Salvini avrebbe reso esplosiva.
Quel 26 maggio 2017 laDenuncia.it – testata da sempre alternativa all’informazione piatta – lo documentava e raccontava, tra testi e video, così:
L’invasione continua in un contesto di totale ipocrisia: 1.004 migranti (economici, in residua parte profughi di guerra) sono sbarcati oggi a Salerno, 18esimo arrivo in città, perché la vista di chi governa il mondo – e che ben conosce le cause delle migrazioni – non può essere distolta dai fregi gotico-catalani e dalle rovine greche di Taormina. No, non sta bene che i grandi della terra vedano arrivare i disperati caricati, stavolta, sulla nave non governativa SOS Mediterranee, organica a Medici Senza Frontiere. Non si fa, non è corretto, guasterebbe l’appetito… Il Governo italiano, naturalmente, accetta di nascondere la polvere sotto il tappeto quando, invece, avrebbe potuto prendere per il cravattino i ‘Capi’ e farli affacciare da Palazzo dei Congressi per chiedere con forza soluzioni – veramente comunitarie – allo scempio. No, invece preferisce ‘chiudere’ la Sicilia. Allora si va in Calabria o si arriva su, fino a Salerno. Tanto i Prefetti (operativi, per la verità), hanno ricevuto precise direttive di accoglienza dal Ministero, che a sua volta ottempera a quanto impone l’Europa. E’ tutto un susseguirsi di esecuzioni tecniche di ordini e direttive, a questi livelli nessuno entra nel merito. Tanto, tra un po’ il turno di lavoro terminerà… E proprio asiatici ed africani a bordo, oggi, si sono virtualmente incontrati con il cuore dell’Europa: Sul Molo Manfredi, infatti, tra le tante troupe vi era quella della TV2 di Stato francese il cui giornalista, non senza sorpresa, si è trovato a documentare un fenomeno che la Francia (ha confermato), vive con un certo distacco. Perché il problema è dell’Italia. Lo sanno tutti e lo conferma la ripartizione delle quote: i migranti oggi arrivati a Salerno sono 1.004: 192 minori, 21 donne incinte; le provenienze annunciate (in via di verifica in queste ore) sono: Nigeria (241), Guinea (119), Gambia (95) Mali (94), Bangladesh e Ghana (92), Costa d’Avorio (67), Pakistan (10), Marocco (5). Il resto proviene da Libia, Niger, Burkina Faso, Kenya, Liberia, Eritrea, Cameroon, Benin. I minori non accompagnati resteranno a Salerno. Tutti gli altri saranno dirottati verso le altre province della Campania (600), Lombardia (150), Emilia Romagna (100), Piemonte (50), Toscana (50), Puglia (50). Terminate le pratiche, assegnata la destinazione, ce li ritroveremo ad ingrossare per strada, loro malgrado, le fila di nullafacenti.
Situazione complessa che chiama, ancora una volta, ad uno sforzo le comunità locali: un guazzabuglio che cresce di intensità (solo oggi sono circa 3 mila i migranti sbarcati tra Campania e Calabria), che rischia di far attorcigliare i sindaci su se stessi e che mette a dura prova la tenuta sociale delle piccole e medie comunità.
In questo contesto, quasi come un dettaglio, si inserisce l’appartenenza religiosa di chi oggi è arrivato a Salerno: per la quasi totalità si tratta di islamici.
Il Prefetto Malfi si dà da fare, corre su e giù dalla nave, prende per mano le donne che accompagna sulla passerella. Poi si ferma un attimo e con la tempra dell’uomo di Stato, dice: “Se gli scafisti sono a bordo, li prenderemo”, lasciando intendere di dire molto meno di quel che sa. Prenderanno gli scafisti: saranno contenti a Taormina, tra una cassata ed un cannolo.