Antonio Modaffari, dal ponte di comando della ‘sua’ maestosa Costa Pacifica, alle ore 6.48 di stamattina avrà notato la piccola imboccatura del porto e le condizioni non adatte al crocierismo del molo III Gennaio. Poi, ormeggiato il transatlantico di 290 metri con il supporto di piloti e rimorchiatori, volto lo sguardo a destra avrà visto il molo Manfredi vuoto (di navi) ma con la celebre stazione marittima in bell’evidenza. E si sarà chiesto il motivo per cui le navi da crociera vengano fatte attraccare ai moli commerciali. E’ toccato allora a Luigi Paris Abate della Amoruso Giuseppe SpA anticipargli quanto più tardi lui, il comandante, avrebbe pubblicamente ripetuto alla presenza di sindaco, dirigente dell’Autorità di Sistema Portuale e comandate della Capitaneria: “So che avete un programma di dragaggio e di allargamento dell’imboccatura. Costa Crociere ed altre compagnie sono molto interessate a questo porto: basta ‘aprirci le porte’ che noi arriveremo con grandi navi e con grandi numeri di persone italiane e straniere felici di assaggiare la cultura locale. Per loro essere qui a godersi la città è un sogno”. A conferire più sostanza alle sue parole si nota contemporaneamente ormeggiata al molo Trapezio la ‘Rhapsody of the Seas’ della compagnia crocieristica Royal Caribbean, proprio mentre al vicino molo Ligea il primo dei traghetti giornalieri delle Autostrade del Mare è intento a scaricare qualche centinaia di tir con conseguente, quasi immediato, blocco del viadotto Gatto. Nonostante la ripartizione ed assegnazione degli spazi portuali pubblici alle tre attività predominanti (containers, merci varie e Autostrade del Mare) risalga al 2001 e richieda un’attualizzazione in forza della pressione del settore delle crociere, quest’ultimo pur di ‘scalare’ Salerno si adegua a quel che trova basandosi su poche, indispensabili, certezze: la caparbietà di agenti locali per l’organizzazione dei tour a terra e la ‘Salerno Stazione Marittima SpA’ di Orazio De Nigris per l’accoglienza con moduli amovibili che, però, non riescono a nascondere l’imbarazzante inadeguatezza della banchina. Eppure il settore ha una potenzialità enorme e lo si è compreso in questo mercoledì: la Costa Pacifica imbarca 3.780 passeggeri e 1.100 membri d’equipaggio; la ‘Rhapsody of the Seas’ ospita 2.435 passeggeri e 765 membri d’equipaggio. Migliaia di persone, nonostante la pioggia insistente e lo slalom tra le pozzanghere, si sono riversate in centro; hanno chiamato taxi, hanno visitato la Cattedrale, hanno comprato e consumato; numerose sono state le aziende di mobilità della provincia impegnate nel servizio di shuttle bus ed anche le guide turistiche hanno potuto lavorare.
Invece di ‘ospiti d’onore’, questi giganti del mare sembrano però continuare ad essere degli ‘intrusi’, un’eccezione in un porto che pare refrattario alla naturale integrazione nella città attraverso il potenziamento del crocierismo (e delle vie del mare, il metrò). Eppure qualcosa sembra muoversi: è il sindaco Vincenzo Napoli a confermare che l’iter burocratico per il dragaggio volge al termine (“l’escavo inizierà tra tre-quattro mesi e sarà diviso in due step semestrali; entro il 2020 l’opera sarà compiuta”), che la questione Porta-Ovest “volge al bello” e che “alcune linee Ro-Ro delle Autostrade del Mare ritorneranno a Napoli”.
Nonostante la mancanza di condizioni strutturali sufficienti, saranno 59 gli approdi crocieristici alla fine del 2018 (l’ultimo arrivo è previsto mercoledì 21 novembre); migliaia i visitatori in città e nei tour culturali ed archeologici della zona; enorme le potenzialità di crescita anche della parte di città non simbioticamente legata al porto. Le compagnie crocieristiche Croise Europe; Tui Cruises; Grand Circle Cruise Line; Royal Caribbean; Princess Cruises; P&O Cruises; Compagnie du Ponant; Sea Cloud Cruises; Phoenix Reisen e Costa Crociere, nonostante tutto, hanno deciso di portare le proprie nave ed i propri clienti a Salerno. Altrettante sono fuori, al largo, in attesa che le istituzioni-politiche indirizzino decisamente e oculatamente lo sviluppo del porto verso il potenziamento del loro comparto, destinino ad esso maggiori spazi (il molo III Gennaio, riadattato, rappresenterebbe una ottima soluzione) magari comprimendo il settore che all’economia salernitana lascia molto poco a fronte degli enormi disagi determinati in ordine ad impatto, viabilità e inquinamento.