Viadotto Gatto bloccato anche di domenica. Senza i lavoratori pendolari in entrata/uscita da Salerno la situazione non cambia: all’arrivo – quotidiano ed ininterrotto – dei numerosi traghetti delle Autostrade del Mare sul viadotto si riversano, contemporaneamente, le centinaia di camion sbarcati che incrociano quelli ritardatari in discesa, frettolosamente avviati verso il molo Ligea per imbarcarsi prima che le navi ripartano. La conseguenza è che l’incrocio dell’Olivieri in pochi minuti si satura garantendo, nella migliore delle ipotesi, una marcia a passo d’uomo. Quindi i livelli di inquinamento acustico schizzano come, verosimilmente, quelli delle polveri sottili. Ma quanto smog producono i motori di diverse centinaia di tir contemporaneamente in lento transito, ogni giorno, sui due chilometri di viadotto (in media 5mila a settimana)? A fronte di tale mole, l’Arpac effettua i doverosi rilevamenti? E’ quindi in grado di fornire ai residenti di Olivieri, Porto, via Monti e Canalone una risposta tecnicamente basata?
Paradosso – Nella colonna di tir e auto bloccate sono rimasti intrappolati anche alcuni bus pieni di crocieristi, diretti verso Pompei, Ercolano, Paestum e Reggia di Caserta (seconda foto in basso). Al porto, in questa domenica, ha infatti attraccato un grosso transatlantico: migliaia di persone sono state portate in centro (via Porto, altezza Teatro Verdi) dagli shuttle-bus opportunamente organizzati ‘invadendo’ lungomare, centro storico, negozi, bar e ristoranti. Altro segno tangibile di quanto le politiche di sviluppo delle attività portuali potrebbero determinare, se indirizzate verso il potenziamento del crocierismo, ricadute economiche notevolissime per la città. La nave ha attraccato al molo Trapezio, essendo il molo Manfredi impraticabile a causa del fondale e il molo III Gennaio occupato dalla unità militare Caio Duilio (visitabile). Gli ospiti, preventivamente espressisi sulle destinazioni a terra (tour archeologico o visita in città) sono stati prelevati sottobordo e subito portati via da bus o shuttle-bus.
Salerno, occhi bendati – Ricapitolando: la domenica del 20 maggio 2018 ha fatto incrociare due realtà opposte, oggi in contrasto in quanto si contendono gli stessi spazi-approdi. Da un lato il crocierismo che, considerato episodico dall’organo di governo del porto (Authority) e sostanzialmente sconosciuto all’amministrazione comunale (nessuna decisa scelta nel senso del suo potenziamento) pur si afferma attraverso le volontà di diverse compagnie di navigazione: con le loro navi giganti ‘scalano’ Salerno nonostante condizioni oggettive pessime (i visitatori sbarcano in aree portuali consegnate alle attività containers o merci varie, pur accolti dalla stazione marittima ‘volante’) in quanto attratte dalla intrinseca bellezza e dal senso di sicurezza della città. Al molo Manfredi, laddove sorge la stazione marittima di Zaha Adid, il fondale è inadatto; allora la piattaforma è ottimizzata dai preziosissimi traghetti delle vie del mare (metro intercostiero). Dall’altro lato il porto di Salerno continua a rappresentare la piattaforma logistica ideale per le Autostrade del Mare, attività per la quale dedica una consistente parte infrastrutturale (tutto il molo Ligea). A fronte di enormi disagi in termini di blocco della circolazione e inquinamento, quale ricaduta determinano sull’economia della città le migliaia di tir in transito? Ogni autista compra almeno un caffè o fa carburante a Salerno? Quante ‘migliaia’ di portuali lavorano grazie al grande sviluppo di questo settore? Esiste un rapporto proficuo per Salerno tra quanto ‘da’ e quanto ‘riceve’? Gli organi politico-istituzionali che decidono (?) lo sviluppo del porto, se lo sono mai chiesto?
Soluzioni – Da tempo questo giornale non volta le spalle al problema e sta con i residenti della città che da 40anni subiscono – sulla propria pelle ed a decremento della qualità della propria vita – scelte deleterie di sviluppo del porto. La (possibile) soluzione qui proposta consiste nel comprimere settori dannosi ed economicamente non vantaggiosi (Autostrade del Mare), mantenere gli standard di quelli che effettivamente assicurano ricaduta occupazionale (container e merci varie) per sviluppare, decisamente quelli eco-compatibili e dal grande impatto economico (crociere). In attesa del dragaggio al Manfredi, allora, una ipotesi plausibile potrebbe essere la seguente: destinare al crocierismo il molo III Gennaio con conseguente spostamento del settore ‘merci varie’ al molo di Ligea, che potrebbe continuare a mantenere un solo approdo a favore delle Autostrade del Mare. Un intero bacino – quello circoscritto dai moli III Gennaio e Manfredi – sarebbe così dedicato al settore combinato crocierismo-vie del mare-pesca-diporto che meglio di ogni altro integra il porto con la città. Un indirizzo del genere, oltre che rappresentare una scelta finalmente intelligente e proficua delle Istituzioni e della politica che le occupa, eliminerebbe anche il disagio degli autotrasportatori impegnati nel settori container e merci varie – anch’essi ostaggio dei camion delle Autostrade del Mare – che, esasperati, si sono spinti a chiedere l’impossibile (vedi foto in basso) riapertura al doppio senso di via Benedetto Croce e stopperebbe le fantasiose quanto irrealizzabili ed anacronistiche proposte di delocalizzazione. Problemi e soluzioni del porto stanno tutte nella scelta delle sue funzioni. Come questa domenica ha perfettamente dimostrato.