Il Questore Pasquale Errico è stato informato e la Digos, con discrezione, sta organizzando il piano d’ordine per domani. Mercoledì alle ore 11, infatti, il leader di Fratelli d’Italia e candidato premier Giorgia Meloni sarà a Torrione per deporre un mazzo di fiori al monumento ai caduti del vile attentato terroristico brigatista che il 26 agosto 1982,
circa 36 anni fa, falciò le vite degli agenti della Polizia di Stato Mario De Marco ed Antonio Bandiera nonché del Caporale dell’Esercito Antonio Palumbo. I fatti di Macerata, le successive azioni dimostrative – non senza violenza – dei gruppi di destra (Torino) e di sinistra (carabiniere quasi linciato), le dichiarazioni del ministro dell’Interno Minniti rilasciate proprio a Salerno (“Il fascismo è definitivamente morto e non ha lasciato un buon ricordo negli italiani”) e la feroce contrapposizione politica che sul tema si sta alimentando, complice la frenesia per l’avvicinarsi della data del voto, proiettano l’appuntamento di domani di Torrione nell’elenco di quelli potenzialmente pericolosi. In una città che negli anni di piombo ha pianto i suoi morti (Falvella, Giacumbi ed i tre di Torrione) Meloni, ricordando il barbaro e vile eccidio di via Parisi, attualizzerà la discussione argomentando il bisogno di politiche di destra in Italia; dall’altra parte non è esclusa la contro-iniziativa dei gruppi di sinistra. Intanto, a qualche centinaia di metri da quel luogo, sulla massicciata ferroviaria di via Vinciprova che fa da perimetro al parcheggio, campeggia una scritta – con firma inequivocabile – che è tutta un programma. A Salerno il tempo si è fermato.