Il funerale di 26 ragazzine migranti (due delle quali portavano in grembo altrettanti feti) i cui corpi senza vita furono recuperati il 3 novembre al largo della Libia da una nave militare spagnola (la ‘Cantabria’, 23 corpi) e da una nave militare italiana (la ‘Bergamini’, 3 corpi) ha posto un problema ‘di coscienza’ alle Istituzioni: rito funebre cattolico o musulmano? Prefettura e Comune di Salerno – città di sbarco – optarono per la celebrazione del rito cattolico con presenza, attiva, della autorità religiosa islamica del territorio. Così, fianco a fianco, nella piazzetta dell’ossario del cimitero monumentale di Salerno venerdì 17 novembre si sono ritrovati, dietro lo stesso altare e non senza imbarazzo, l’arcivescovo metropolita dell’Arcidiocesi di Salerno monsignor Luigi Moretti e l’Imam di Bellizzi, Abdirrahmani Es Sbaa. Il primo appartiene ai più alti livelli del clero cattolico, il secondo – in Italia dal 1987 – guida le preghiere del venerdì e durante la settimana svolge il lavoro di operaio all’interno di un’officina meccanica di Bellizzi. Due mondi, diversissimi anche nelle rappresentazioni di se stessi, si sono toccati. Ed è una notizia perché accade rarissimamente. Ciascuno dei due riti, probabilmente per rispetto dell’altro, ha rinunciato a parte della liturgia. Se l’arcivescovo non aggiunto nessun commento a quanto pronunciato dall’altare, l’Imam ha rilasciato delle dichiarazioni che aggiunge sostanziali particolari alla interpretazione che gli islamici hanno del mondo occidentale e di se stessi: “Gli esseri umani ‘vivi di cuore’ si devono aiutare: il segnale che arriva da Salerno deve essere raccolto da tutto il mondo”. Ci sono terroristi tra coloro che professano la religione islamica? Alla domanda, risponde in maniera chiara: “Nei miei riguardi i predicatori dell’Islam non hanno mai rivolto inviti ad ammazzare o a far del male ad altri uomini. Vi invito a studiare questa religione: se capirete il libro di Dio non ci userete più come un asciugamano…”. Riuscite ad eliminare i più pericolosi? La domanda è diretta, la risposta pure: “Se non ci riescono gli Stati, come possiamo noi? Nelle moschee durante le preghiere diciamo a tutti di non fare del male. Ci rifacciamo al dettato della storia di Caino e Abele scritta nel Corano: quando ammazzi uno hai ammazzato tutta l’umanità: quando aiuti il tuo prossimo a vivere hai aiutato tutta l’umanità. Cercate nel Corano e troverete ciò che voi avete perso per tanti anni e che anche noi perdiamo quando non andiamo in profondità. Il Corano è la legge di Dio, uguale alla Bibbia e al Vangelo. Dio è uno ed unico: se lo cercate lo troverete”. Sulla celebrazione della cerimonia al fianco dell’arcivescovo, dice: “E’ un piacere, mi ci trovo con loro ma è una novità”. Su Salerno: “Qui ho vissuto bene, gli italiani hanno un grande cuore”.
Rito funebre – L’Arcivescovo Moretti lascia la parola all’Imam Abdirrahmani Es Sbaa. Il breve messaggio islamico si rifà alla “misericordia di Dio”. L’Arcivescovo inizia quindi la preghiera del Padre Nostro e l’Imam partecipa tenendo per mano Don Vincenzo Federico. Infine la benedizione (cattolica) delle 26 salme a cui l’Imam partecipa seguendo l’Arcivescovo.