Palermo, 21 luglio 1979. Bagarella assassina Boris Giuliano. 7 colpi alle spalle

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L’unica cosa che avevano in comune era quella di possedere un doppio nome: uno si chiama Leoluca Biagio e l’altro si chiamava Giorgio Boris.
Per il resto tutto li divideva: uno mafioso, l’altro poliziotto di razza, l’uno brutale assassino (e la sua ferocia si confermerà negli anni) l’altro un intelligente investigatore dai metodi innovativi.
Si sono incontrati il 21 luglio 1979 in un bar di Palermo e non si sono nemmeno guardati negli occhi perché Leoluca Biagio, Bagarella all’anagrafe, ha ucciso il vice questore Giorgio Boris Giuliano con sette proiettili, tutti sparati alla schiena, mentre il poliziotto stava bevendo un caffè sotto casa.
Sono passati 38 anni da quel giorno e mentre si celebra a Palermo la figura dell’investigatore, Bagarella è in carcere in regime di 41 bis condannato a diversi ergastoli.
Questa mattina, davanti al bar dove fu ucciso in via Di Blasi, autorità e familiari si raccoglieranno nel ricordo del poliziotto mentre verrà deposta una corona d’alloro.
Boris Giuliano, al momento del suo omicidio, era alla Squadra mobile di Palermo da 10 anni e da tre ne aveva la direzione; negli ultimi mesi precedenti il suo omicidio aveva messo a segno, grazie anche alla collaborazione con la polizia statunitense, alcuni successi contro Cosa Nostra, che avevano però segnato il destino del funzionario.
Sequestri di droga e denaro e diversi blitz dentro i covi dei corleonesi avevano convinto la Cupola mafiosa a decretare la morte del poliziotto.

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