Il ministro Claudio De Vincenti è molto legato al professore Alberto Zuliani. “Insegnava statistica all’università, ho studiato sulle sue dispense e con quell’allora giovane assistente ho sostenuto l’esame. Siamo amici da molti anni”. E proprio in forza di quel rapporto molto solido che De Vincenti si intrattiene a Salerno ben oltre il tempo previsto dal protocollo. Quasi come se si trattasse di una visita privata. Lungo i corridoi del centro ‘Facciamo Breccia’ di Mariconda, trasformato in punta d’eccellenza per l’assistenza gratuita ai bambini autistici di Campania, Basilicata, Calabria e Molise e con un forte collegamento con l’ospedale pediatrico Bambin Gesù, ascolta con attenzione Zuliani: assorbe, apprende, allo steso modo di quando era tra i banchi a seguire i corsi di statistica. Zuliani: “Nei bambini affetti da autismo il cambiamento è repentino, improvviso in concomitanza con l’età in cui i bimbi si vaccinano. Allora le famiglie, alla disperata ricerca di ‘colpevoli’, attribuiscono ai vaccini le cause della patologia”. De Vincenti ascolta, riflette. “A Roma abbiamo in cura un bambino libanese: per i genitori e i nonni la causa scatenante è stata… la guerra. In tutti alberga la necessità di trovare una giustificazione ad un cambiamento così repentino”. De Vincenti interroga con le dita la barba, poi chiede alla coordinatrice: “L’autismo si manifesta fin dalle prime settimane di gravidanza?”. La professionista risponde: “Sì ma studi recenti dimostrano che, dall’analisi della grandezza del cervello, la diagnosi può risalire anche a periodi antecedenti”. De Vincenti: “Ma è una patologia ereditaria?”. Risposta all’unisono: “Certo. Abbiamo casi di due o anche tre fratelli”. Zuliani: “Un bambino autistico è per le famiglie è devastante ed impegnativo”.
De Vincenti, il ministro impressionato dai racconti sull’autismo – VIDEO
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