Angelino Alfano risponde a Renzi, che lo aveva – brutalmente – esautorato da ogni futura alleanza. Lo fa attraverso il suo blog e la sua bacheca facebook. Ecco quanto scrive: “Al punto in cui siamo, la partita si riapre anche se con un sistema elettorale in cui non siamo stati coinvolti e che fa sì che la soglia del 5 per cento non sia una soglia di sbarramento, ma una soglia di vendetta. Noi siamo stati leali con Renzi e lui sleale con noi. Ma in politica può accadere. Però, adesso, chiediamo a Renzi di essere lui leale alla Repubblica e alla nazione, come lo siamo stati e lo siamo noi. Ora gli rivolgiamo la stessa domanda cruciale: Il Pd farà cadere anche il governo Gentiloni sfiduciando – magari con la convocazione di un’apposita direzione come fece per Letta – il Presidente del Consiglio o inducendolo alle dimissioni, oppure no? Sarebbe il terzo governo in quattro anni…
Se c’è qualcuno che ha determinato instabilità, allora, è proprio il Pd perché ha fatto cadere due governi che erano suoi e forse si accinge a fare cadere il terzo, quello Gentiloni, che è davvero quello più vicino al Partito Democratico come nessun altro potrebbe essere in futuro e che quindi, a maggior ragione, dovrebbe sostenere. Se non lo fa è forse perché è il nome di Gentiloni il conto che non torna.
Davanti a noi ci sono tre obiettivi da centrare: organizzazione e federazione di tutti i soggetti moderati che vorranno partecipare a un progetto comune, programma improntato ai valori liberali e popolari, individuazione di un front runner.
Ora abbiamo una chance da una circostanza non voluta: il punto essenziale di dissenso che fin qui ha impedito la nostra aggregazione con altri soggetti moderati è stato il sostegno a Renzi e la loro avversione a Renzi.
Dopo un programma ben delineato, se la legislatura farà il suo corso naturale, allora, si potranno fare le primarie; se invece il Pd deciderà di interromperla prima, dovremo fare in altro modo e lo faremo consensualmente con gli amici che staranno con noi intorno al progetto e al programma. A questo punto, noi siamo il tassello mancante al loro piano. Noi siamo la rotella che non fa funzionare il loro incastro”.
Alfano vede la fine vicina: “5%? Soglia di vendetta. Noi leale con Renzi, lui sleale con noi”. L’ultima mossa
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