Per i tifosi della Salernitana è stata la vittoria che conferisce senso compiuto al campionato; per quelli dell’Avellino è stata la sconfitta della frattura, definitiva, con la squadra. Giovedì ci sarà la tregua nella ‘partita della vita’ contro il Latina ma, ad esito di stagione acquisito, Novellino e molti dei protagonisti della disfatta di Salerno faranno le valigie: imperdonabile, per l’accusa, l’atteggiamento “remissivo e senza orgoglio” tenuto nelle ultime gare e, in particolare, all’interno del ribollente Arechi. La differenza dei valori tecnici (ma anche tattici, Bollini l’ha indovinata, Novellino l’ha sbagliata) s’è vista tutta. E se ne sono resi conto, sin dalle prime battute di gara, anche i circa 13mila dell’Arechi. Forse l’Avellino-squadra (scarica) e l’ambiente biancoverde hanno dato peso e credito alle dicerie di fine stagione che volevano una Salernitana in disarmo e già al mare. Il clima invece infernale (il gran tifo della Curva Sud Siberiano – ospiti i Seguaci di Bari – ha trascinato distinti e tribuna), caricando i giocatori di casa ha innervosito oltremodo i professionisti avellinesi, qualcuno dei quali – beccato per tutta la partita – alla fine ha perso le staffe in evidente crisi di nervi. Non è un caso, quindi, che i circa 2mila irpini al seguito abbiamo rifiutato il saluto della squadra a fine gara: certamente ad Avellino i prossimi saranno i cinque giorni più ad alta tensione della stagione. Se sul fronte biancoverde tutto è ancora da decifrare, in casa granata Bollini ha strappato, nei fatti, la riconferma.
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Pubblicato da U.S. Salernitana 1919 su Sabato 13 maggio 2017