Bari. Jihadista italiano preso dalla Polizia. Il Tribunale: “Incline al terrorismo, giustifica gli sgozzamenti”

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Nelle ultime ore la Polizia di Stato ha dato esecuzione al provvedimento di sottoposizione alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno, per motivi di terrorismo, emesso sempre ieri dal Tribunale Penale di Bari, III sezione – Misure Prevenzione-, riunito in Camera di Consiglio, nei confronti dell’italiano S.A,, residente a Turi.

La Questura di Bari spiega: “Ciò in quanto, a seguito dell’istruttoria procedimentale, il Tribunale ha confermato che il S.A. sia da ritenersi soggetto socialmente pericoloso  in quanto rientrante tra coloro che ‘… operanti in gruppi o isolatamente, pongano in essere atti preparatori obiettivamente rilevanti, diretti (…) alla commissione dei reati con finalità di terrorismo anche internazionale ovvero a prendere parte ad un conflitto in territorio estero a sostegno di una organizzazione che persegue le finalità terroristiche’ (art. 4, lett. d) d.lgs. 159/11.)

L’uomo, attraverso la rete, ha infatti stretto amicizia con persone che praticano l’apologia di terrorismo o sono essi stessi jihadisti ed ha condiviso sui social una serie di messaggi, ‘(…) farneticanti e integralisti, che esaltano la lotta contro il nemico e giustificano gli sgozzamenti’.

In accoglimento della proposta del Procuratore della Repubblica, il Presidente del Tribunale per le Misure di Prevenzione aveva già disposto di recente, nei confronti del Santamato, l’applicazione in via provvisoria e d’urgenza della misura dell’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, del ritiro del passaporto e la sospensione di ogni altro documento equipollente valido per l’espatrio. La misura eseguita dai poliziotti della Sezione antiterrorismo della D.I.G.O.S. di Bari, è stata disposta ai sensi  della normativa speciale introdotta nel 2015 per la prevenzione ed il contrasto delle nuove fenomenologie del terrorismo internazionale di matrice islamica (art. 6 d. lgs. n. 159/2011, in relazione all’art. 4 comma 1 lett. d) del D.L. 18 febbraio 2015 nr. 7, convertito con modificazioni dalla legge 17 aprile 2015, nr. 43). La proposta era stata avanzata dal dr. Carmelo Rizzo della Procura della Repubblica di Bari DDA sulla scorta degli esiti investigativi della stessa Digos.

Il provvedimento giudiziario impone all’uomo, oltre all’obbligo di dimora nel Comune di residenza, anche il divieto di utilizzo di apparati per le connessioni internet; proprio sul web l’uomo aveva espresso le proprie posizioni oltranziste ed intrattenuto contatti con internauti già segnalatisi in altre indagini di settore concluse in Italia. La misura, che deve considerarsi una assoluta novità nel panorama italiano, si pone nel solco di recentissime pronunce comunitarie in tema di de-radicalizzazione, che si inquadrano nell’ambito delle nuove strategie internazionali per la prevenzione al terrorismo jihadista. Il Tribunale di Bari, presieduto dalla dr.ssa Francesca La Malfa, ha previsto che il S.A. sia sottoposto ad un percorso di recupero socio-giuridico-culturale, anche con l’intervento di figure esperte nella mediazione culturale e con il coinvolgimento dell’Università di Bari – Dipartimento di Giurisprudenza, già impegnata nella definizione di programmi di studio sul tema del rapporti tra Stato e religioni”.

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