Era convinto di farla franca il giovane, arrestato per truffa dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato Viminale impegnati in un servizio in abiti civili nell’ambito del progetto della Polizia di Stato, “Non siete soli #chiamatecisempre”.
3.700 euro e due telefoni cellulari il bottino della truffa. Semplice la realizzazione: seguendo uno schema consolidato, il giovane si è preannunciato alla vittima con una telefonata, dicendole che suo figlio, aveva bisogno di soldi in quanto responsabile di un incidente stradale. Poi l’interlocutore si è presentato a casa della malcapitata, 80enne, spacciandosi per un collaboratore dell’avvocato che stava seguendo la causa del sinistro in cui era coinvolto proprio il figlio e, dopo aver incassato i soldi, si è appropriato anche di due telefoni cellulari. Ad interrompere il diabolico piano però, sono stati gli agenti della Polizia di Stato, diretto dalla dottoressa Giovanna Petrocca, che, avendolo notato poco prima in atteggiamento sospetto, lo attendevano fuori dall’edificio. Perquisito, è stato trovato in possesso dei soldi e dei telefoni provenienti, per sua stessa ammissione dalla truffa. Gli agenti poi, restituiti i soldi all’anziana vittima, l’hanno accompagnata al commissariato per la denuncia. 27 anni, originario di san Giorgio a Cremano e residente a Portici, M.E., con precedenti di Polizia, dovrà rispondere dinanzi all’autorità giudiziaria del reato di truffa.