Luca Chianca e Paolo Palermo, i due inviati di Report — il programma di inchiesta di Rai3 — dopo un lungo viaggio durato 38 ore, sono sbarcati a Fiumicino lunedì mattina alle 4.30. Erano stati arrestati mercoledì scorso dai servizi di sicurezza del Congo a Point Noire. Il pretesto del fermo è stato il fatto che i due giornalisti erano sprovvisti del visto giornalistico.
Così la Rai spiega la vicenda: “Report stava ricostruendo la vicenda della maxi tangente dell’ Eni pagata, secondo l’accusa, per lo sfruttamento del giacimento «Opl 245» in Nigeria, vicenda su cui sta lavorando la Procura di Milano e dove sono indagati l’ex manager Scaroni e l’attuale Claudio Descalzi. I giornalisti Chianca e Palermo erano arrivati a Point Noire lunedì e mercoledì mattina, dopo aver realizzato un’ intervista con Fabio Ottonello (l’imprenditore italiano con molteplici affari e con grande influenza per aver sposato Sandrine, una delle figlie di Denis Nguesso il presidente della Repubblica del Congo), sono stati fermati dai servizi di sicurezza.
Mercoledì, dopo l’intervista, Luca Chianca aveva scritto un sms a Sigfrido Ranucci, l’autore del programma che ha preso il posto di Milena Gabanelli, dove esprimeva il timore di poter ripartire per l’Italia «adesso tocca uscire dal Congo». Pochi minuti dopo Chianca inviava un secondo sms dove informava Ranucci che erano arrivati in albergo uomini dell’agenzia di sicurezza in borghese per conoscere «la lista dei nomi e nazionalità delle persone». Da quel momento si sono interrotte tutte le comunicazioni. Gli inviati di Report avevano anche cercato di copiare e trasferire i file dell’intervista in Italia, ma non è stato possibile a causa di un improvviso blackout delle linee telefoniche che ha riguardato tutta la zona.
I due giornalisti sono stati trasportati nel palazzo della Direction de la Surveillance du territoire, dove sono stati segregati per tre giorni e due notti, seduti su una sedia di plastica, in una stanza di due metri quadrati invasa da insetti.
Determinante per la liberazione dei giornalisti l’attività diplomatica dell’ ambasciatore Andrea Mazzella supportata dal Ministero dell’ Interno italiano, e quella della Security Rai coordinata dal direttore Genseric Cantournet e da Ennio Matano che hanno seguito l’evolversi della vicenda. In cambio della liberazione dei giornalisti la sicurezza nazionale congolese ha sequestrato telefoni, schede sim, computer, telecamere e soprattutto il girato con l’ intervista a Ottonello sulla tangente Eni. Dalla redazione di Report (in onda da lunedì 27 marzo alle 21.30 su Rai 3), assicurano che l’ inchiesta Eni andrà comunque in onda”.
Da quanto emerge dalla ricostruzione Rai, Fabio Ottenello sembra essere la figura-chiave dell’intera vicenda. Ottonello è un facoltoso (di famiglia) imprenditore genovese attivo principalmente – ma non esclusivamente – nel campo del caffè che, a Pointe Noire in Repubblica del Congo, aveva investito anche in una delle strutture-simbolo del Paese: il Twiga. Fabio Ottonello ha ottimi legami di amicizia a Salerno, città nella quale va spesso. Da buon genovese ha la passione per il mare e proprio nel compartimento marittimo di Salerno, un paio di anni fa, Ottonello ha conseguito la patente nautica oltre le 12 miglia.