Ancona. Rifiuta le avances, lei lo minaccia con la scimitarra. L’uomo si nasconde e chiama il 113. Arrestata

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Una storia incredibile. La racconta la Questura di Ancona: “Domenica mattina una telefonata concitata al 113 della Questura di un uomo faceva scattare l’allarme e convogliare tutte le Volanti nella zona del porto, nell’area denominata ‘Mandracchio’, dove intercettavano il richiedente che nascosto tra le auto in sosta attendeva l’arrivo della Polizia. L’uomo raccontava di essere stato minacciato da una donna che brandendo un martello e una piccola scimitarra gli gridava contro tutta la sua rabbia. La donna, conosciuta nel 2014, si era invaghita dell’uomo ma benché quest’ultimo avesse rifiutato garbatamente le insistenti avances, non aveva mai desistito continuando a seguirlo ovunque mettendolo in imbarazzo con i suoi modi poco femminili per indurlo a cedere. Per ben tre anni l’uomo era stato seguito, minacciato, insultato, chiamato e fatto oggetto di messaggi al telefono in un crescendo di ansia e paura. E domenica, alle ore 11, come nel film ‘Attrazione Fatale’, la donna lo aveva seguito fino al porto e improvvisamente gli si era parata davanti sbarrandogli la strada con la sua utilitaria. Questa volta, però, gli mostrava anche un martello e una piccola scimitarra per dare ancora più valore alle sue minacce. Provvidenziale l’arrivo degli agenti delle Volanti che messo in sicurezza la vittima, si davano alla ricerca della donna. Bloccata all’uscita dell’area portuale mentre tentava di confondersi tra il traffico cittadino, veniva identificata. Da un immediato controllo al veicolo, i poliziotti rinvenivano sul lato passeggero, sotto il suo giubbino il martello, mentre all’interno del vano portaoggetti, tra i CD musicali e gli effetti personali vi era una katana con una lama lunga 21 cm. La donna di fronte all’evidenza dei fatti non proferiva parola e non provava nemmeno a giustificare il suo comportamento. Accompagnata presso gli Uffici della Questura, dopo le formalità veniva tratta in arresto per il reato previsto all’art. 612 bis, atti persecutori aggravati dal porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere”.
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