A fine 2018 il Comune dovrà decidere cosa fare del viadotto Gatto. Per quella data è prevista la consegna di Porta Ovest con entrata in esercizio delle due gallerie che assorbiranno, obbligatoriamente, tutto il traffico pesante sulla direttrice porto-autostrada. Numeri enormi: in alcuni giorni i camion in salita e discesa sfiorano quota-mille mettendo a dura prova la tenuta del viadotto: infrastruttura degli inizi degli anni ‘80 e da allora unica via per l’industria-porto. Viadotto poi diventato, in aggiunta, arteria strategica per la nazione: dall’inizio del millennio una parte rilevante di traffico pesante è determinata dal carico e scarico dei traghetti in servizio quotidiano sulle rotte delle Autostrade del Mare (fino a tre partenze/arrivi al giorno) che continuano ad unire Salerno (e quindi il centro-nord) a Messina (e quindi alla Sicilia). Il Viadotto, per nulla nobilitato dall’intitolazione al Sommo di Salerno, è una infilata di piloni di cemento armato che regge uno stradone, ai lati manco mi rifinito. Al di là dei guard rail i marciapiedi (?) non sono pavimentati né c’è mai stata illuminazione. Eppure quello stradone è stato pienamente utilizzato anche dal Comune che vi ha dirottato il traffico civile in conseguenza della chiusura al doppio senso di via Benedetto Croce. Una commistione ed una intensità di traffici ininterrotti che hanno prodotto orribili tragedie come quella di 10 anni fa. Alle ore 18 del 10 gennaio 2007 la morte calò il suo inesorabile velo: la diciottenne Greta Nicodemo, residente a Pontecagnano, rimase stritolata sotto un tir. Stava imparando a guidare il Piaggio Beverly 250 con Domenico Mazzeo, allora 22enne che si fratturò il bacino. All’autista del camion, il 46enne Andrea Russo, fu necessario amputare della gamba sinistra. Viadotto pericoloso: non di rado i (pochi) abitanti della parte di quartiere porto sottostante denunciano la caduta di materiale. Sottovoce confessano “prima o poi ci cadrà addosso…”. Eppure, in una fase storia in cui in una Italia sismica crollano i ponti delle autostrade, ci sarebbe da stare tranquilli: “Il settore-viabilità del Comune monitora e controlla il viadotto”, assicura l’assessore alla mobilità ed urbanistica Mimmo De Maio. E’ una rassicurazione che serve a tranquillizzare chi quell’arteria la percorre, chi lì vive e le opposizioni comunali che, all’indomani della tragedia di Camerano (2 morti e 3 feriti), chiedono un checkup dei ponti e dei viadotti di competenza municipale. Per mantenere il ‘Gatto’ in sicurezza occorrono costanti investimenti che il Comune è obbligato a prevedere. Un assist arriva dall’Autorità portuale: il progetto originario di Porta Ovest prevedeva l’innesto in quota delle gallerie con il viadotto. Non si farà: il disegno definitivo porta infatti le gallerie a quota zero eliminando ogni interferenza con la sopraelevata. Che quindi, sgravata del traffico pesante, potrebbe perdere anche la sua principale ragion d’essere. “Stiamo riflettendo su possibilità ed utilità di abbattere il viadotto allorquando le gallerie saranno entrate in funzione” ammette De Maio. “Sia per impatto ambientale che per ragioni di funzionalità la parte più invasiva dell’infrastruttura, quella che da via Ligea arriva fino all’innesto con l’Olivieri, potrebbe essere demolita. Ovviamente vanno pianificati i costi” che potrebbero trovare copertura in una delle tante misure comunitarie di sostegno alle riqualificazioni ambientali in ambito urbano. Nel progetto di abbattimento, infine, non sarebbe difficile trovare lo spazio necessario per i parcheggi ai residenti che inevitabilmente si perderebbero con la riapertura al doppio senso di via Benedetto Croce. Ma se ne riparlerà a fine 2018.
VIADOTTO COSTOSO E PERICOLOSO: VERSO L’ABBATTIMENTO. DE MAIO: “DEMOLIZIONE POSSIBILE CON LE GALLERIE IN FUNZIONE”
0
Condividi.