I pendolari che viaggiano sui treni “secondari” scontano una situazione ancora più complicata dei loro colleghi delle grandi città, perché si spostano su treni a lunga percorrenza il cui Contratto di Servizio viene sottoscritto da Trenitalia con il Ministero delle Infrastrutture. Il Contratto, che era scaduto il 31 Dicembre 2014 è appena stato rinnovato e stabilisce risorse certe in un orizzonte di dieci anni (347milioni nel 2017 e 365milioni all’anno per gli anni successivi) che permetteranno da un lato l’acquisto di treni e il trasferimento di Frecce con un certo numero di anni, e dall’altro di recuperare una parte dei tagli effettuati dal 2010 (-16%). Per gli Intercity, l’offerta in termini di treni/km è scesa dal 2010 al 2016 di oltre il 22% e parallelamente sono calati i passeggeri del 36%.
A fronte di collegamenti a lunga percorrenza diminuire nel corso degli ultimi anni, la Regione Friuli Venezia Giulia ha stanziato nel corso del 2015, 3,5 milioni di euro per permettere di confermare il prolungamento di alcuni treni “Freccia” dal nodo di Venezia verso Trieste e Udine. Anche la Regione Puglia e la Regione Basilicata sullo stesso modello sono riuscite ad ottenere l’introduzione da poche settimane di una coppia di treni Frecciarossa 1000 che fermano a Metaponto, Ferrandina e Potenza Centrale (allo stesso costo di un Intercity) collegando Milano a Taranto in minor tempo e con fermate a Salerno, Napoli, Roma, Firenze e Bologna senza effettuare cambi. Il servizio viene garantito anche dai fondi regionali pari a 3,12 milioni per il 2017 da parte della Regione Basilicata e da 2,9 milioni per la Puglia.