di Vincenzo Mallamaci *
L’inutilità di una vita senza essenza, come profumo evaporato, può coglierci e rattristare il nostro intimo e la profondità del nostro cuore, ove alcuno potrà mai accedere. Si può sentire allora un bisogno interiore, quale insita rivelazione dell’iniziale creazione, di pace e felicità… e la vogliamo ad ogni costo! E’ allora che cerchiamo il deserto, che annulliamo i rumori del nostro caotico errare quotidiano che ci allontana troppo spesso dalla nostra vera origine e dalla vera essenza dell’essere uomo…
Ed in quel profumo, fatto di mille e mille essenze, venticinque anni fa io scoprii l’Africa!
Fu così che partii la prima volta per un villaggio sperduto della Costa d’Avorio dove avrei fatto un’esperienza unica che mi avrebbe cambiato totalmente la vita. Sentivo l’esigenza di dover donare quello che la vita gratuitamente mi aveva donato; potevo nascere al freddo di una capanna o nella polvere rossa di una strada deserta, sano o malato, rimanere sporco ed affamato o essere subito lavato e nutrito, accudito o abbandonato sotto le foglie di un banano. E tutto questo perché un progetto incomprensibile sembrava quasi decidere per me. Non potevo più dormire sonni tranquilli tra l’aria condizionata del mio studio medico e l’agiatezza della mia casa, rischiando di dedicare la mia vita alla continua contemplazione dell’avere dimenticando ciò di cui più aveva bisogno il mio cuore: la ricchezza dell’essere.
Era importante una esperienza forte che mi facesse toccare con mano e vedere con i miei occhi le condizioni di chi nasce diverso da me; dovevo donare una carezza ed un sorriso, un aiuto a chi nello stesso momento in cui pensavo, formato di carne e sangue come me, piangeva per una malattia che io potevo curare con i farmaci che non utilizzavo e lasciare scadere, per la fame che io potevo alleviare semplicemente con il superfluo che gettavo dalla mia mensa.
A quel primo viaggio ne seguirono, grazie a Dio, tanti altri e sempre più numerosi: Costa d’Avorio, Ghana, Repubblica Democratica del Congo, Camerun, Benin… e sempre pensavo di essermi ormai abituato alle scene di povertà estrema e morte che penetravano nel mio animo, eppure ogni volta era sempre un dolore ed un’ansia diversa, come se fosse la prima volta.
Non è facile descrivere la differenza che esiste tra le scene viste in televisione e quello che si vive sul posto laddove odori, ambiente, voci e suoni, vita e morte ti coinvolgono appieno e generano in te quello che esiste realmente e che si chiama “ Mal d’Africa…”
L’emergenza nasce dalla inesistenza in questi Paesi di un Servizio Sanitario Nazionale, per cui medici, farmaci e ospedalizzazione sono a pagamento come la frequenza della scuola; pertanto chi è povero e ammalato semplicemente… muore ed i figli dei poveri semplicemente… restano ignoranti.
Allora è importante l’invio di personale sanitario e medicinali in loco, di apparecchiature elettromedicali per la rianimazione cardio respiratoria, la realizzazione di centri medici con piccole sale operatorie e sale parto attrezzate per i poveri (le donne partoriscono senza acqua e spesso per strada assistite, quando presenti, da ostetriche volontarie della Caritas locale che spesso ho portato in Italia per corsi di formazione ed aggiornamento e le cui lezioni hanno poi trasmesso ad altre colleghe in Africa), il gemellaggio di scuole italiane con scuole africane per i poveri al fine di favorire l’invio di materiale didattico ed il recupero delle strutture e delle attrezzature presenti, l’adozione a distanza di bambini particolarmente disagiati (bastano 25 euro al mese per assicurare assistenza, cibo ed istruzione ad un bambino per un anno).
I progetti di sviluppo sono interventi a medio lungo termine che richiedono apporto di risorse umane e finanziarie per i quali una componente importante è la formazione del personale locale e la creazione di cooperative e piccole attività imprenditoriali che assicurino un utile economico per la gestione delle opere realizzate. In questo momento, ad esempio, stiamo sponsorizzando piantagioni di Cacao in Costa d’Avorio da donare a famiglie povere che così, grazie solo al loro lavoro di contadini, riusciranno a sopravvivere per trentanni.
In venticinque anni di volontariato missionario ho potuto instaurare i giusti rapporti con le Missioni più bisognose e le Ambasciate Italiane in sede; questo ci permette oggi di poter concretamente portare i nostri interventi (ma anche lo sviluppo e crescita di attività lavorative in loco) che permettano a questa gente di non lasciare il proprio Paese.
Sono a completa disposizione di color che volessero organizzare un momento di riflessione su tali argomentazioni o un Service per l’Africa, fornendo loro anche il materiale audiovisivo di scene “vere” realizzate negli anni di volontariato.
Un appello particolare lo rivolgo ai medici, alle ostetriche, agli infermieri e quanti operano nel settore-sanità affinché possano pensare ad un periodo di volontariato: si visitano i poveri nei villaggi dall’alba al tramonto e si distribuiscono farmaci di prima necessità, oltre all’impegno di raccogliere nei propri ambulatori antibiotici, antinfiammatori, reidratanti, vitaminici, antipiretici, disinfettanti intestinali,e quant’altro possa essere necessario soprattutto per i bambini.
Abbiamo parlato di Africa, dove il 56% dei bambini è malnutrito, il 60% presenta arresto della crescita ed il 12% è gravemente denutrito; dove il 20% della popolazione ha possibilità economiche e l’80% muore per fame o malattia; dove un neonato inizia la sua vita con un debito che varia da 997 dollari della Mauritania a 1.872 dollari del Congo; dove dei 406 miliardi di dollari della grande torta del mondo dei farmaci nel 2004 l’Africa ne ha avuto solo l’1%; dove quanto di bello e meraviglioso vi è nella tua anima, possa vivere e generare amore per gli altri con un gesto, una piccola azione che ci dia l’orgoglio di essere Uomini.
“E ti porto in Africa…perché, mentre il mondo ci insegna ad ‘avere’ per ‘essere’, voglio imparare con Te a ‘dare’ per ‘ricevere’ la cosa più bella: accorgermi di esistere per quello che realmente sono!”
* Medico Chirurgo Cardiologo Missionario in Africa
Fondatore e Presidente Associazione Internazionale Onlus “E ti porto in Africa”