Quel canto ‘gospel’, liberatorio e di ringraziamento ha oscurato polemiche e dinamiche (procedure di sbarco, riconoscimenti ecc…) riportando ad uno dei linguaggi universali dell’uomo: la musica. Bella, la 22enne nigeriana che l’ha – pur sapientemente – intonato, spento il microfono si è rimessa in fila per varcare la soglia del continente ed accomodarsi, con le altre, sulle panche della Croce Rossa per il primissimo ceck-in. Eppure, stamattina al Molo Manfredi di Salerno, le polemiche non sono mancate. La nave ONG è arrivata con mezz’ora di ritardo sull’orario previsto delle 6 ma, soprattutto, dieci ore dopo la prima previsione di attracco: giovedì sera. Ufficialmente a causa di un trasbordo in elicottero fatto al traverso di Palermo ed a beneficio di un migrante con problemi toracici; più realisticamente a causa della contemporanea presenza, a Salerno, della nave Aida con 3.600 turisti francesi e tedeschi, coloranti e festanti per le vie della città sin dalla mattina. Salerno sta faticosamente costruendosi un’immagine turistica ed il porto si sta adeguando: la frequenza degli sbarchi sempre più alta mette in difficoltà anche la gestione ordinaria del porto stesso.
Accoglienza – Non computando l’uomo trasbordato in elicottero, sono stati 934 i migranti sbarcati: la quota nazionale di ripartizione prevede 50 migranti a testa alle regioni Umbria, Molise, Abruzzo, Marche ed Emilia Romagna; 55 al Veneto; 80 (solo uomini) al Piemonte; 100 nel Lazio (con esclusione di Roma); 150 in Lombardia; 300 in Campania. Di questi ultimi molte decine resteranno obbligatoriamente nel salernitano (minori non accompagnati e malati). Il Prefetto fa anche appello alle comunità locali salernitane perché decidano di accettare di ospitare una quota di migranti. Il direttore dei servizi sociali del Comune di Salerno, Rosario Caliulo, non nasconde le difficoltà: stavolta i minori non accompagnati non rimarranno in città (esauriti da tempo i 200 posti disponibili) e saranno dirottati nelle comunità di accoglienza di Giffoni Valle Piana, Felitto, Montecorvino Rovella, Capaccio. Incertezza anche sulla quota di 2.5 migranti ogni 1000 abitanti stabilito dal patto Anci-Governo. L’impressione è che i veri numeri della “migrazione biblica” (come ama ripetere il sindaco Napoli) nessuno, a questo punto, li conosca.
Violenze – Dopo la donna incinta che ha rotto le acque a bordo e che è stata subito portata all’ospedale Ruggi d’Aragona, è sbarcato un minore (dice di avere 15 anni) che molti testimoni hanno confermato essere stato violentato. Per farlo definitivamente tacere, i suoi aguzzini avrebbero anche tentato di gettarlo in mare. Poi si registra un ferito da arma da fuoco (alle gambe). A bordo anche cinque ragazze nigeriane fuggite dalla rete della prostituzione in cui erano finite in Libia. Autentiche schiave del sesso a pagamento. Molte anche le altre storie di violenze sessuali: una ragazza è risultata essere poi incinta (a Salerno è giunta di 16 settimane), altre due non hanno comunicato, ai medici di bordo, di essere in stato interesante. Infine gli scafisti, quasi certamente confusi tra gli altri. A bordo, con il Prefetto, sono saliti anche due magistrati della Procura della Repubblica, poi chiusi sotto la tenda dell’Esercito per una lunga riunione, mentre i poliziotti della scientifica interrogavano (attraverso l’opera dei mediatori linguistici), alcuni tra i migranti in banchina.
Numeri e malattie – 703 uomini, le 126 donne ed i 16 bambini (con due neonati partoriti in Libia prima dell’imbarco) provenienti da Sudan, Senegal, Nigeria, Liberia, Bangladesh, Marocco, Siria, Egitto, Burkina Faso, Ciad, Gambia, Ghana, Cameroon, Costa d’Avorio, Libia, Mali, Etiopia, Kenia, Algeria, Niger, Palestina, Somalia, Togo, Tunisia, Eritrea. Presenti scabbia, broncopolmoniti e diabete.